Proseguiamo con il percorso iniziato e andiamo a conoscere un po’ più a fondo Simplify3D. Come creare un profilo? Beh non è per nulla semplice, varia da stampante a stampante però alla fine… i parametri da analizzare sono sempre gli stessi! Cambieranno ovviamente i valori. Così come potrebbero cambiare se passate da un tipo di slicer ad un altro. Il video è molto lungo (50 minuti circa), godetevelo in queste vacanze di Natale! Link per start e end gcode: https://goo.gl/QNyWNf24 [button colour=”orange” type=”roundedarrow” size=”medium” link=”https://www.help3d.it/prodotto/licenza-simplify-3d/” target=”_self”]Acquista ora[/button]
Simplify 3D – S3D – Introduzione al software
Si lo so cosa state pensando… video lungo e noioso! E anche ovvio per molti aspetti. Però va fatto per introdurre anche chi NON ha mai visto il software in questione. In particolar modo darà un piccolissimo assaggio di quello che poi si troverà una volta acquistato: questi video serviranno innanzitutto per valutare se acquistarlo o meno, mentre per gli stampatori incalliti qualche spunto “avanzato” verrà fuori nei prossimi video (a breve… lo prometto). Non ho volutamente toccato TUTTE le sfaccettature di questo programma, fidatevi andremo in dettaglio con i prossimi video: c’è molto da parlare e da discutere. Per il momento accontentatevi di questa noiosa intro! E’ stata creata una playlist ah hoc, segnatevela tra i preferiti non si sa mai! PS: per chi mi chiede il video sulla delta… WAIT PLEASE 🙂 🙂 Link al software: https://www.simplify3d.com/
Come regolare la Retraction – Oozing – Stringing
Prima di regolare con precisione i valori di retraction da inserire, è bene spiegare subito due termini che utilizzeremo molto spesso: Quando l’ugello/nozzle “gocciola” stiamo parlando di quel fenomeno chiamato OOZING : questo si può verificare sia a stampante ferma che in movimento. Condizione comune è però che l’ugello sia alla temperatura di estrusione: a questo punto, se la macchina è ferma, l’ugello farà fuoriuscire del materiale per il semplice effetto della forza di gravità che attira il materiale quasi “sciolto”. Se la macchina è invece in movimento, noteremo tante “bave” sul nostro pezzo proprio come un effetto ragnatela nel pezzo, creato da fili sottilissimi. Ecco queste sono opera dal fenomeno spiegato nel punto 1 che crea un fastidioso effetto STRINGING . In particolare, quando la macchina è in movimento e quindi sta estrudendo, il fenomeno di oozing è accentuato perchè la camera di estrusione rimarrà comunque in pressione anche una volta terminato il tratto di estrusione. + oozing = + stringing. Per combattere questo problema ci sono diverse soluzioni. La prima, e la più semplice, è quella relativa alla regolazione del valore RETRACTION / RITRAZIONE: in pratica viene indicata una distanza (in mm solitamente) di materiale da “tirare su” prima di far muovere l’ugello in una zona del pezzo vuota, ovvero senza materiale da estrudere. Provate a pensare di dover stampare due cubi 20X20 mm distanziati tra loro di 10 cm: la prova del 9 (e anche il fine ultimo di questo video) è far in modo che le bave diminuiscano fino a scomparire del tutto. Per chi ha un sistema BOWDEN la situazione peggiora a causa dell’effetto molla che si viene a creare nel tubo di estrusione che va dal motore all’ugello: solitamente partite da valori di retraction pari a 6 mm e poi vi regolate di conseguenza. Se già a questo valore non fate bave allore potete scendere un po’. Per chi monta un DIRECT DRIVE si può partire benissimo da 3 mm, salendo all’occorrenza. Facile no? Basta abbondare con la retraction e sono sempre perfetto allora! Mai cosa sarebbe più sbagliata…. ATTENZIONE a non salire troppo con i valori della retraction o incapperete in buchi sul pezzo. Addirittura, usando retraction molto abbondanti, farete uscire il filamento dall’area “calda” , creando un repentino scalda/raffredda che porterebbe sicuramente ad un intasamento del gruppo di estrusione. Per ultimo, più la ritrazione è lunga e più aumentano i tempi di stampa! Pensate a dover ritrarre ed estrudere ogni volta 10 mm… se lo abbassiamo a 3 o 4 ci metterà molto meno. Quindi come è possibile migliorare ulteriormente? Abbassate la temperatura di stampa: provate con 5° in meno alla volta e controllate se migliora il fenomeno. E’ un trucco usato molto spesso e che risolve il problema di usare retraction elevate. Attenzione a non scendere però troppo altrimenti richiereste di incappare in problemi relativi all’adesione tra layer (delaminazioni), o mancate estrusioni di materiale. Nello slicer, oltre al valore di retraction, potete anche impostare la velocità di ritrazione: consiglio un 50 mm/s a salire. Abilitate la funzione di WIPING/WIPE che permette all’ugello di tornare indietro di X mm, per far si che una piccola fuoriuscita di materiale (oozing) venga spalmata sul layer appena depositato. Bastano 2 o 3 mm, vedrete che differenza. Attenzione a non esagerare anche con questo valore. Per chi ha Simplify3D è possibile attivare anche il “Coast at End”: mettendo valori sotto al mm (0.5 mm è un buon valore), è possibile far terminare l’estrusione poco prima della fine del loop facendo così depositare sul tratto rimanente un eventuale oozing. Se questo valore è troppo alto vi troverete dei buchi nella parte di giunzione tra un loop e l’altro (seam o cucitura). Per chi utilizza il nuovo Kisslicer 1.6.2 (http://www.kisslicer.com/download.html) nella tab materiali è possibile impostare un valore di “preload” (configurabile alla perfezione tramite il wizard del programma), che tiene conto della viscosità del materiale e minimizza al massimo i valori di retraction. Penso sia l’unico programma al momento ad offrire la regolazione di questo parametro. Ci sono materiali che restano comunque “rognosi” da trattare, in particolare tutti i filamenti flessibili (qui fate MOLTA attenzione a non abbondare con il valore di retraction, preferite il Wipe in questo caso) e i filamenti a base di Nylon. Cercate di eseguire il test modificando meno valori per volta possibili. Andate per gradi e regolate il valore della retraction, poi settate bene la temperatura del materiale, infine attivate successivamente Wipe ed altre feature accessorie. Un test alla volta per capire come funzionano e come risponde la stampante ad ogni modifica. Link all’STL: https://www.thingiverse.com/thing:2080224
Infill Variabile – Come gestire i modificatori di Slic3r
Vi siete sempre chiesti come realizzare una stampa 3D con aree più dense per renderla più resistente? Niente di più facile… basta utilizzare i “modificatori/modifiers” di Slic3r. Altri software, come Simplify3D, permettono di variare le impostazioni di slicing (e di riempimento quindi), solo lungo l’asse Z. Ma se volessimo creare diverse “regioni” all’interno del pezzo e a diverse altezze? Scaricate Slic3r 1.3.0 da qui http://slic3r.org/download e poi la staffa di esempio usata nel video https://www.thingiverse.com/thing:19767 e guardatevi il video qui sotto. Buon divertimento!
Stampa 3D: da dove inizio?
Tutto parte dalla domanda: “ho visto su internet che con 150/200€ ci si può comprare una stampante. Quale mi consigliate?”. Senza entrare nel merito della scelta della stampante, è bene analizzare attentamente cosa vi aspetta se volete addentrarvi nel mondo della stampa 3D. Comprare la stampante è forse uno dei problemi minori. Una volta spulciati i forum o gruppi FB, fate la vostra scelta. Nel 90% dei casi, se per voi è solo una “avventura”, sarà il prezzo finale a guidarvi. Ora che l’avete ricevuta? Ecco qui iniziano i problemi veri… MONTARLA: e qui non ci sono grossi intoppi solitamente. Basta una minima manualità per poterle assemblare CALIBRARLA: e qui casca il pero. Si può esser bravi nel montarla ma poi quando si ha a che fare con elettronica, cablaggi, firmware e calibrazioni l’utente medio va in confusione e ? Molla tutto o si lamenta che la stampante non funziona. Leggi molto e guarda i video (non a caso quelli del mio canale).Ti consiglio il forum RepRap Italia o Stampa 3D Forum. Attento però ai canali su Facebook: se poni una domanda metti sempre delle foto chiare del difetto di stampa o video di malfunzionamento della macchina. Lascia più dettagli possibili (parametri di stampa, velocità, materiale ecc ecc).Al 70% non otterrai una risposta chiara e che risolverà il problema. Molte volte le risposte saranno frammentate e non corrette. Alla fine, se non hai esperienza nell’individuare quella più corretta, la risoluzione al problema sarà una somma di soluzioni proposte! Parliamo ora invece di come si arriva a stampare in 3D: la prerogativa fondamentale è che bisogna saper “smanettare” con il PC/MAC (specialmente se avete una RepRap tipo Prusa). Se avete timore e non vi piace osare… beh mi dispiace dirlo ma vi scontrerete subito con problemi insormontabili. Laptop o Fisso non fa differenza. Dotatevi di un PC recente, così potrete utilizzarlo anche per creare i disegni 3D. Consiglio come minimo un processore i3 con scheda video dedicata da 1GB e 4GB di RAM. HDD ininfluente, consiglio però un SSD che velocizza il caricamento dei programmi. Installate l’IDE di Arduino. Che cos’è ? E’ l’ambiente di sviluppo che vi servirà per poter caricare/modificare un eventuale firmware sulla stampante (dotate al 99% di microcontrollore ATmega).In questo ambiente si scrive del codice. Attenzione: l’IDE NON controlla la stampante ma la programma solamente. Ci sono varie versioni dell’IDE in circolazione. Ogni firmware solitamente vi indica anche quale versione installare. Scaricate lo slicer che preferite (non sapete quale scegliere? ho fatto un video dedicato) o che il produttore della stampante vi fornisce già pronto con i profili di stampa. A cosa serve? Serve a convertire un file STL in un linguaggio che la macchina può interpretare. Si chiama GCODE e non è altro un file con contiene coordinate di movimento, informazioni su temperature e quantità di materiale da estrudere. NOTA: Pronterface/Printrun e Repetier host NON sono dei veri e propri slicer. Al loro interno è possibile caricare i motori di slicing degli slicer più conosciuti tipo Slic3r e Cura. In realtà sono solo dei software che si interfacciano con la vostra macchina inviando via usb i comandi presenti sul Gcode che avete generato. Si perchè avete due possibilità: se avete l’LCD installato nella macchina, si carica il GCODE direttamente in SD card e si lancia la stampa SCOLLEGATI dal PC. Se non avete l’LCD (o volete controllare dei parametri da PC) siete costretti a dover lanciare le stampe da un PC attaccato alla stampante. Potete scegliere di caricare un Gcode creato con uno slicer esterno oppure potete scegliere di effettuare l’impiattamento e lo slicing direttamente da uno di questi due “host”. A voi la scelta, personalmente, preferisco generare il gcode esternamente ad un programma “host”. Se avete comprato una stampante usata, prima di portarla a casa, ASSICURATEVI che funzioni (fatela stampare di fronte a voi) e che siano presenti i profili di stampa pronti per uno slicer Ci sono poi due cose fondamentali senza le quali non è possibile stampare: Se dovete stampare una foto o un documento sulla stampante 2D di casa, si parte da un file jpeg o un pdf. Per la stampa 3D vale la stessa cosa: bisogna fornire al programma di slicing un modello 3D nel formato STL (o OBJ per alcuni) che poi verrà convertito in GCODE. Se volete imparare a disegnare vi consiglio di partire da programmi semplici come 123 Design di Autodesk oppure Fusion 360. Rimanendo sul tema free, consiglio anche Onshape e Blender. Sappiate però che il programma di disegno 3D va scelto in base alla tipologia di oggetti che vorrete disegnare in futuro. Vi accorgerete ben presto che per fare “tutto” non basta imparare un solo programma di disegno. Non volete imparare a disegnare e vi prudono le mani? Nessun problema. Esistono svariati database online di modelli 3D in formato STL già pronti per essere scaricati. Vi segnalo il più famoso e meglio organizzato Thingiverse.com Che cos’è un file STL ? Guardando in dettaglio non è altro che una MESH di tipo triangolare. Detto in parole povere, il nostro oggetto che in fase di disegno sembra bello liscio e perfetto, in fase di esportazione viene convertito in una “maglia” poligonale formata dall’approssimazione di tantissimi triangoli. Più ce ne sono e “più bella” risulterà la nostra mesh (maggiori dettagli). Di contro sarà poi difficile da gestire con PC poco potenti. Abituatevi a guardare l’anteprima di come viene generato il gcode nel vostro slicer. Se mancano pezzi ci sono buchi o artefatti in genere, molto probabilmente avete qualche problema con la mesh. Capita molto spesso e solitamente gli errori si risolvono tramite l’utilizzo di software appositi. Segnalo il potente netfabb basic edition e il suo alterego online. Senza il file la macchina non stampa ma… se non ci mettiamo il materiale giusto non andrete molto lontano! Evitate di scrivere nei gruppi Facebook la frase “che filamento mi consigliate?”. E’ forse il peggior modo per iniziare, vi ritroverete sommersi di risposte tutte differenti tra
Come calibrare una stampante 3D di tipo DELTA – La meccanica
Forse uno degli argomenti più richiesti ultimamente: come si calibra una DELTA ? Non è semplice, come vedete solo il video di “introduzione” dura più di 10 minuti. Però sono sicuro che alla fine tutti quanti riuscirete nell’impresa! In questa prima parte tratterò pochi (ma importantissimi) aspetti da tenere in considerazione in fase di montaggio. La vera e propria calibrazione dei parametri arriverà con il prossimo video. Non mi è possibile trattare ogni singolo modello di delta in commercio, quindi cercherò di essere il più generico possibile in modo tale da accontentare tutti! Nel video ho citato un paio di stampanti 3D, ecco i link: Stampante 3D – ANYCUBIC DELTA: http://amzn.to/2si7TUI Stampante 3D – KOSSEL: http://amzn.to/2qK9ocF ————————– Schematico della DELTA: https://goo.gl/oTgDJA Dove scaricare MarlinKimbra: http://www.marlinkimbra.it/ Il configuratore online del Firmware: http://marlinkimbra.it/configurator/v4_3_2/firmware_configurator.php Repetier Host: https://www.repetier.com/downloads/ Pronterface: http://www.pronterface.com/
Inserire dadi e calamite all’interno di una stampa 3D
Fuoco alle polveri, oggi si inizia a fare sul serio ! Vi siete sempre chiesti come fare ad inserire “oggetti” all’interno delle vostre stampe 3D ? Oggi vi spiegherò in particolare come “annegare” all’interno degli oggetti, dei dadi, delle calamite e delle sfere. Tranquilli è più semplice di quello che credete! Pochi passaggi, semplici, e il risultato è garantito. Sbizzarritevi a creare oggetti sempre più complessi. LINK: Calamite: http://amzn.to/2rhBXCP Sfere di acciaio: http://amzn.to/2qWbbwP Editor di Gcode: https://www.sublimetext.com/ Modelli 3D degli oggetti su ONSHAPE: https://goo.gl/bQi8Al Script per mettere in pausa: https://goo.gl/reyCWO
Calibrazione steps/mm X Y e Z – Come ottenere dimensioni esatte
Ultimo video della serie “Le calibrazioni fondamentali della stampante 3D FDM”. Vi ricordate quali sono i precedenti? 1) Regolazione Step/mm estrusore: https://youtu.be/I5i1FPoc0H4 2) Thin Wall Test (regolazione della Extrusion Width): https://youtu.be/7EM-gLF1LIY Eseguiteli nell’ordine indicato e per ultimo lasciate questo video. Una volta trovate le dimensioni ottimali di stampa, NON andate oltre a stampare mille cubetti! Prendetevi qualche oretta di calma e seguite passo passo il tutorial. Non potete sbagliare e, soprattutto, alla fine otterrete stampe accurate come non mai! Link al PRUSA CALCULATOR: http://www.prusaprinters.org/calculator/
Restauro di un balsamario di epoca romana
Un lavoro di restauro eccezionale eseguito da ARCO sas . Di che cosa si tratta? E’ un balsamario facente parte di un corredo di una tomba di epoca romana, ritrovato in frantumi (vedere foto) e poi ricostruito intuendone le forme originarie. Grazie alla bravura dei restauratori, si è individuata una ipotetica forma del balsamario originale, partendo da un disegno 2D, passando poi per una ricostruzione in 3D e successiva stampa 3D. Dopo 4 prototipi differenti. si è giunti alla forma ideale. Le bozze sono state realizzate con Sharebot 42 e la definitiva con Formlabs Form2 in resina Clear. #maicosebanali
Come calibrare il Flusso di stampa – Thin wall test – Flow tuning
La calibrazione del flusso di stampa (flow del materiale), è fondamentale per la successiva calibrazione degli step/mm degli assi X Y e Z. Capire se la nostra stampante sta estrudendo troppo o troppo poco materiale in relazione a quando generato dal software di slicing, è una informazione importantissima per capire se la nostra stampante è calibrata a dovere o meno. Vi consiglio di guardare (se non lo avete già fatto), anche il video relativo alla regolazione degli step/mm dell’estrusore. Armatevi di calibro e un po’ di pazienza… trovare il parametro esatto, ve lo garantisco, non è per nulla difficile ed è alla portata i tutti! Link all’STL del Cubo: https://goo.gl/UopKAw