Da quando la grande “B” ha fatto irruzione nel mercato, c’è stata la corsa a creare nuove stampanti che potessero competere con quelli che sono diventati i nuovi standard di riferimento del mondo della stampa 3D. In tanti hanno atteso la risposta di quella che era il leader di mercato ovvero Creality, e in tanti ne sono rimasti delusi. E’ innegabile che la nuova serie di stampanti K (palese copia della grande “B”) sia uscita in fretta e furia ad Aprile 2023, e per tutti i mesi successivi sia stato un calvario per i primi possessori della stampante. Fortunatamente sia la K1 che la K1 max mi sono arrivate con gli ultimi aggiornamenti e, con estrema sincerità, posso affermare che nonostante le rogne conclamate e poco celate mi sono piaciute molto. Siamo ancora lontani rispetto a quanto offerto dalla grande “B” in termini di facilità d’uso, integrazione software, calibrazioni ecc ecc ma piano piano si avvicinano. Dalla loro hanno un prezzo molto accattivante, meno di 400€ per la piccola K1 e circa 800€ per la versione K1 Max. Da poco (gennaio 2024) è uscita la nuova K1C dove “C” sta per carbon ma in realtà sta per “abbiamo risolto qualche rogna della K1 e abbiamo messo delle ruote godronate in acciaio per stampare i materiali caricati”. Cosa che in realtà si fa già con quelle non “C” avendo solo cura di mettere un ugello in acciaio… Introduzione a parte, come sono fatte queste K1 Series ? Telaio/scocca/chassis Il primo impatto, puramente estetico, mi è piaciuto davvero tanto persino di più della X1C e della P1S (pareri personali eh…). Rispetto ad altre stampanti che celano il telaio della stampante dietro ad una scocca esteriore (vedi X1C di Bambu Lab), la K1 e la K1 Max hanno il telaio con i montanti a vista di colore grigio e delle pareti laterali in policarbonato avvitate ad esso. La porta anteriore è in vetro (occhio che si rompe) mentre la chiusura superiore è in policarbonato trasparente per la K1 mentre in vetro per la K1 Max (vi ricorda qualcuno ?). Nota: la porta vibra molto durante la calibrazione dell’input shaping dell’asse Y (a 55 Hz per la precisione).. Le finiture non sono per nulla male se pensiamo al fatto che Creality ha praticamente fatto sempre e solo stampanti bed slingers aperte con telaio fatto di barre estruse (tranne la Sermoon unico caso), in particolare gli accoppiamenti delle varie plastiche e dei montanti risultano puliti e belli precisi. Da questo punto di vista non ho nulla da dire, solo una piccola osservazione relativa alla chiusura della porta che lascia una fessura di qualche mm vicino all’LCD ma nulla di allucinante, tanto non è a camera riscaldata quindi importa poco se non è “stagna” e coibentata. Sulla nuova K1C hanno cambiato le cerniere di apertura e finalmente non c’è il rischio che questa si apra di botto se magari inclinate la stampante per movimentarla/trasportarla (in quanti hanno rotto il vetro ?) La movimentazione è la ormai onnipresente CoreXY con cinghie Gates GT2 da 6 mm, sulla Y scorre su barre in acciaio da 8 mm con cuscinetti a sfere mentre la X (si lei, proprio lei quella incriminata) scorre su barre da 10 mm “sfalsate” con boccole autolubrificanti con inserti in grafite proprio come… si hai capito, la grande “B”. Ma a pensarci anche la Qidi monta quelle boccole ! Motori Nema 17 con pulegge da 36 denti per XY che alla fine si sono rivelate una scelta non azzeccata e prontamente sostituite con pulegge più piccole nella K1C. Da rivedere il sistema di tensionamento cinghie perchè, per quanto efficace, è davvero difficile da gestire comodamente, in rete si trovano già degli upgrade da stampare per chi volesse. L’asse Z, come nel più classico dei CTRL-C /CTRL-V, è affidato ad un singolo motore che muove 3 barre trapezie sincronizzate. Nulla di nuovo… La stampante dispone di un sensore per il rilevamento della temperatura in camera di stampa che, finalmente, negli ultimi FW può essere utilizzato per accendere o meno la ventola di estrazione fumi/calore della stampante. E’ una ventola non troppo rumorosa che nella K1 non è dotata di filtrazione fumi mentre nella K1 Max e K1C presenta un piccolissimo filtro a carboni attivi (chissà di quale utilità poi…). Quanto a dimensioni esterne sono davvero compatte rispetto al volume di stampa che offrono: la K1 ha un volume di stampa di 220X220X250 mm e occupa 355X355X480 mm con un peso di circa 12 Kg. La sorellina maggiore, la K1 Max ha un volume di stampa di 300X300X300 mm e occupa 435X462X526 mm con un peso maggiorato a circa 18 Kg. Piano di stampa La differenza principale tra K1 e K1C è ovviamente la dimensione dei piani di stampa ma non solo… la K1 monta un piano riscaldato di tipo DC a 24V da circa 250W mentre la K1 max una piano di tipo AC da 800W circa alimentato alla tensione di rete (110/220 V a seconda del paese) con alimentatore che si adatta in automatico senza switch come nella K1. Entrambe le soluzioni vanno bene, forse quella della K1 Max è più performante in termini di velocità di riscaldamento ma niente altro. Il riscaldamento è uniforme, tra centro e lati c’è una differenza di pochissimi gradi e non ci sono zone più o meno riscaldate. Sopra al piano è posto un pad magnetico sul quale va messo il piano rimovibile flessibile in acciaio: la superficie è in PEI liscio ma in commercio si trovano diversi piano di ricambio anche di tipo texturizzato. L’adesione con materiale come PLA e PETG è perfetta, come al solito estrema con alcuni TPU (prestate attenzione), con ABS varia in funzione della grandezza del pezzo. Per chi stampa materiali tecnici che tendono a “warpare”/incurvarsi parecchio durante la stampa, consiglio vivamente l’acquisto di un piano in vetro da utilizzarsi con additivi dedicati per il materiale che si sta stampanto (Dimafix, Magigoo ecc ecc). DOVE ACQUISTARLA K1 – K1C: https://www.geekbuying.com/item/Creality-K1-3D-Printer-with-600mm-s-Max-Speed-520609.html Usate questo codice