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Ecco perchè ho detto BASTA ai corsi di gruppo
Recensione Artillery Sidewinder X2 – Bene ma non benissimo…
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ARTILLERY CHE COMBINI ?
Artillery ha fatto molto parlare di sé in questi ultimi due anni prima con la Sidewinder X1 e poi con la Genius. Stampanti molto semplici da montare, senza cavi volanti e con 4 viti da avvitare per renderle operative. Inutile dire che entrambi i modelli hanno permesso a tantissime persone di entrare nel mondo della stampa 3D e molti altri hanno ampliato il loro parco macchine. Si lo so che mentre leggi ti starai dicendo “eh ma ha questo difetto, ma ha quello e poi quell’altro ecc ecc…” bene. Nomina una stampante 3D sulla stessa fascia di prezzo che non abbia rogne (zero proprio): si lo so, per quanto ti puoi sforzare alla fine trovi sempre qualcosa che QUALCUNO ha detto, ma la realtà è che con queste stampantine l’esperienza del singolo utente varia molto e le recensioni che ne derivano. Potrai trovare tizio che ti dice “è una figata pazzesca, stampa da sola” così come “fa schifo stanne alla larga” solo perchè magari non aveva stretto gli eccentrici correttamente o era alle prime stampe e nemmeno sapeva cosa fosse un profilo di stampa.
A distanza di più di un anno di utilizzo e oltre 10.000 ore di lavoro (spalmate su 3 stampanti) il responso è che, al netto dei difetti riscontrati, le stampanti fanno il loro dovere e stampano bene per quello che costano. Si rompono i flat ? Basta non toccarli 🙂
Torniamo all’argomento del giorno ovvero la presentazione e recensione della nuova Artillery Sidewinder X2 ovvero il (presunto) modello successivo alla Sidewinder X1. L’unità ci è stata inviata direttamente da Artillery per la recensione ma, come sempre, questa cosa non influenza minimamente il nostro giudizio e, ci teniamo ad informare i lettori di questo articolo, Artillery stessa non mette veto a recensioni negative o che possano contenere critiche pesanti. Senza girarci troppo intorno, questa X2 ci ha lasciato un po’ di amaro in bocca, spieghiamo perchè elencando tutto quello che abbiamo riscontrato e cosa ci saremmo aspettati rispetto alla X1 che tanto ci è piaciuta.
Struttura/Telaio/Montaggio
Si sono identiche ! Se non fosse per la barra in alto di plastica blu realizzata ad iniezione con la scritta “Sidewinder” neanche si vedrebbero le differenze. L’area di stampa resta invariata 300X300X400 mm, le dimensioni dei profilati restano le stesse così come la qualità della scocca: sono comparse invece le nuove protezioni delle schede PCB dei flat proprio come sulla Genius, a guardarla bene la X2 sembra proprio una Big Genius !
Movimentazione sempre affidata alle ruote gommate che scorrono su V-slot (attenzione agli eccentrici da regolare), doppio motore in Z con cinghia di sincronia in alto, barre trapezie e chiocciole in bronzo su supporto basculante antiwobble. La prima novità di questa X2 è proprio nel supporto dei carrelli Z completamente in metallo e con regolazione dell’eccentrico affidata ad una molla spinta da un grano che si avvita/svita con una brugola, molto comodo visto che sulla Genius mancava proprio questo sistema di regolazione.
In molti si aspettavano delle guide lineari per la movimentazione ma sinceramente non se ne sente il bisogno su questa stampante, oltre al fatto che farebbero alzare (e non di poco) il prezzo di base della stampante. Resta comunque un upgrade tra i più gettonati ma che, se eseguito in maniera non corretta, porta più problemi che benefici.
Per montarla servono sempre 4 viti alla base (che trovate già messe in sede) e la stampante è pronta, non serve collegare il flat come sulla X1 perchè è stato implementato un nuovo PCB che si innesta alla base ed evita di dover collegare (e rovinare) un cavo flat. Ci aspettavamo un tirante che connettesse la base del telaio alla sommità,per evitare flessioni dell’asse Z con bobine molto pesanti montate sopra, ma non è stato preso in considerazione. Per la X1 abbiamo realizzato queste spalle di rinforzo e a breve le renderemo disponibili anche per la X2.
Elettronica/SICUREZZA
Se nel reparto telaio è cambiato poco o nulla, l’elettronica è stata interamente sostituita dalla nuova scheda madre “Artillery Ruby” a 32 bit (scheda proprietaria) con processore Arm® Cortex® -M4 32-bit a 84 MHz con 256 Kbytes di Flash memory (rif. STM32F401RCT6). Monta una versione 2.0.8 di Marlin (senza linear advance e babystepping attivi…) ma abbiamo già disponibili i nostri profili con Marlin 2.0.9.1, manca la EEPROM fisica ma viene emulata nella memoria Flash.
Non ci sono praticamente porte di espansione disponibili (solo EXP1 e EXP2 ) , tutti i cablaggi hanno la loro sede dedicata e, finalmente, sono presenti connettori su tutti i cavi utilizzati (no fili volanti). La colla a caldo ovunque sembra essere un marchio distintivo di Artillery: se da un lato evita che le spinette possano sfilarsi (ottimo), dall’altro non sono proprio bellissimi da vedere questi goccioloni di colla e relativi filamenti. Hanno lasciato i driver degli stepper estraibili invece di saldarli sul PCB ma rispetto alla MKS qui compare un driver in meno: in sostanza hanno utilizzato un singolo driver stepper per gestire i due motori in Z mentre prima, sulla X1, ogni motore aveva il suo driver dedicato. Parlando con Artillery mi è stato comunicato che lo hanno rimosso poiché è presente la cinghia di sincronizzazione in alto sulle due pulegge dell’asse Z. Avremmo preferito un secondo driver separato per poter utilizzare il comando G34 di Marlin (senza la cinghia in alto ovviamente). E’ possibile comunque installarlo in un secondo momento senza particolari interventi.
Gli stepper driver sono di tipo silenzioso e riportano la dicitura FS31W01. Sono collegati in modalità standalone e sono simili ai TMC2100 (ma non sono TMC). Visto l’upgrade della scheda ci si sarebbe aspettato di vedere almeno dei TMC2209 magari collegati in UART o SPI sfruttando anche il “sensorless homing” e gestione delle correnti da Firmware.
LCD/TFT è sempre lo stesso di Genius e X1 un MKS TFT28 sul quale però c’è ancora il vecchio Firmware che oggettivamente manca di numerose funzionalità aggiuntive. Fortunatamente basta installare i firmware della X1 (basati sul porting ufficiale della BTT) che abbiamo già reso disponibili compilati e pronti da caricare oppure prelevarli dalla nostra pagina Github e scaricare i sorgenti
Riconfermati i tanto amati/odiati cavi flat di connessione, sono molto comodi quando c’è da fare manutenzione e soprattutto non ingombrano e lasciano cavi a penzoloni. Purtroppo sono anche molto delicati e, se maneggiati con poca cura o troppo spesso, tendono a rovinarsi mandando magari in corto una fase del motore oppure non facendo più leggere i sensori di fine corsa. Sulla X2 hanno introdotto una delle modifiche più adottate dalla community ovvero l’utilizzo di clip per tenere fissati correttamente i flat. Sembra una cosa da poco ma in realtà garantiscono un minor stress sul connettore del flat nel PCB e di riflesso sul flat stesso (ripetiamo, molto delicato). Se lasciati stare e non “tocchignati” continuamente non danno problemi.
L’alimentatore è sempre a 24V con tensione di ingresso che si adatta automaticamente in base alla propria utenza ed è senza ventola e quindi non si sente per nulla. Piccolino perchè tanto serve solo ad alimentare la scheda Ruby e il TFT (vedere più avanti il capitolo relativo ai consumi e rumorosità), il piano di stampa è alimentato direttamente con 110/220V (abbiamo dedicato un intero capitolo al piano di stampa). E’ scomparso il vecchio SSR commerciale in favore di uno proprietario Artillery “un relè allo stato solido fatto a componenti discreti. Serve sia ad isolare la scheda madre a bassa tensione dal bed a 220V sia per evitare che in caso di guasto la 220V “torni indietro” sulla scheda madre bruciando tutto sia perchè in questo modo con i 5/3.3V riesci a comandare qualcosa a 220V” (grazie Alessio Zambon – Patron Help3D). La gestione dei cavi è tutto sommato accettabile, non sono presenti cavi volanti e sono presenti fascette e blocca cavi in giro per rendere il tutto più ordinato.
Finalmente hanno risolto il problema della messa a terra che affliggeva sia Genius che X1 rendendole effettivamente poco sicure in alcuni casi. Piano di stampa, telaio, scocca del telaio e scocca dell’alimentatore sono tutti correttamente collegati alla messa a terra (verificato con multimetro). Inoltre sul foglio di protezione del piano compare una azienda italiana come referente EC REP ovvero un rappresentante autorizzato (EC REP) in Europa che sia qualificato per gestire gli aspetti regolatori. Stride però il CE stampigliato sull’etichetta, è ancora il China Export e non il CE vero e proprio… Sul sito Artillery sono però presenti i certificati CE dei prodotti.
Sono presenti nuovi fine corsa solo su X e Y, hanno un piccolo pulsantino ma non sono di tipo meccanico. Sembrerebbero essere comunque induttivi come i precedenti. In Z non lo hanno messo in quanto è presente il tastatore che fa da fine corsa, è comunque presente la predisposizione/cablaggio per chi volesse montarlo. C’è anche un nuovo sensore di fine filamento ma in realtà è sempre meccanico e di differente ha solo la doppia luce verde = filo inserito e rosso = filo finito. Di default è abilitata la ripresa della stampa in seguito ad una interruzione di alimentazione.
Hotend/Estrusore
Anche qui nulla di nuovo purtroppo… Presente come sempre il clone del Titan Aero come estrusore (3:1) e un hotend clone Volcano E3D. hanno mantenuto tutto identico compreso il liner PTFE e lo sgancio della gola con due brugole sul dissipatore diverso rispetto alle prime versioni delle X1 (come le nostre). Il dissipatore è integrato con il telaio dell’estrusore e non più separato come prima (miglior trasferimento termico). Completa il tutto il nozzle in ottone da 0.4 mm, una ventola radiale per l’hotend e una tangenziale per il raffreddamento pezzo (tutte a 24V). Un aggiornamento gradito poteva essere un “fan duct” (condotto ventilazione pezzo) migliorato e che soffiasse a 360° intorno all’ugello.
Ci stiamo ancora chiedendo il perchè sia rimasta la leva di caricamento del filo in plastica quando molti utenti (anche noi) si sono ritrovati con la leva spezzata dopo qualche caricamento. Sul sito Artillery è disponibile un kit di upgrade che contiene proprio la leva in metallo e anche una gola bimetallica al posto di quella con il liner PTFE (non adatto per lunghe stampe sopra i 250°). A fronte di un piccolo aumento di prezzo questo upgrade era da installare di default, purtroppo Artillery non è stata della stessa idea. Peccato.
Il PCB di connessione termistore, motore ecc ecc è nuovo e presenta anche lo slot relativo al nuovo tastatore per il livellamento del piano. Il led è stato sostituito da uno integrato (piccolissimo) che non è possibile rimuovere.
PIANO DI STAMPA
Si lo so, prima ancora di leggere tutto il resto dell’articolo ti sei fiondato subito qui per leggere cosa hanno combinato sulla X2 con il piano di stampa. In effetti appena si sente nominare Artillery nei gruppi o sui forum, la prima cosa che viene detta è “ah ma è quella con il piano che scalda male”. Effettivamente nella nostra recensione della X1 e Genius avevamo mostrato con la termocamera che in corrispondenza dei perni di fissaggio del piano c’era una notevole dispersione di calore.
Sulla X2 hanno risolto il problema ? No, forse è quasi peggiorato ! Oltre ai 4 punti classici ne è comparso uno nuovo quasi in centro al piano in corrispondenza di attacco termistore e cablaggi. La differenza tra i vari punti si assesta sui 25°/30° circa (dipende dalla temperatura impostata) mentre sulla X1 era sui 15°/20°. Ovviamente ci si chiede subito il perché un’azienda abbia voluto ripetere un errore così evidente seppur avessero già la soluzione in casa ovvero il piatto della Hornet (decisamente più omogeneo). La soluzione resta quella classica della “vecchia” X1, piano in alluminio con sopra piano in vetro o PEI magnetico. Segnaliamo poi che in fase di riscaldamento si vedono chiaramente delle chiazze sotto il vetro che stanno a significare che in quei punti il pad non è ben aderente e la stessa cosa si riflette osservando con la termocamera.
Se si stampa principalmente PLA come materiale questo difetto non è un grosso problema (noi stampiamo tranquillamente a tutto piano senza problemi di warping), però se si va già su PETG, ASA o stirenici in genere allora è da lasciar perdere completamente. Artillery perchè cadi in queste banalità ?
La superficie di stampa non rimovibile è il solito piano in vetro microforato, funziona bene con il PLA, un po’ meno con gli altri materiali (a meno di utilizzare fissativi spray o stick). Perchè non installare un bel piano in alluminio con superficie magnetica rimovibile in PEI ? Così magari avrebbero risolto due problemi in un colpo solo.
Fortunatamente nel piano di stampa si salva il nuovo cablaggio, anche questo oggetto di forti critiche su X1 e Genius perchè si rompeva troppo presto e necessitava di un supporto aggiuntivo da stampare. Da fuori sembra un “flat” ma in realtà è solo una piattina con all’interno di cavi “veri” e di sezione adeguata: l’ansa che crea nel movimento non da fastidio al piano di stampa e, bella cosa, hanno creato uno spazio apposito nella scocca per farlo adagiare durante i movimenti in avanti e indietro.
La novità sulla quale hanno maggiormente spinto la comunicazione è l’introduzione del tastatore o sensore di livellamento. Porta il loro marchio ma il funzionamento è identico a quello di un BLtouch o 3Dtouch. Le ridotte dimensioni di costruzione hanno permesso di installarlo proprio vicino al nozzle rendendo così più accurata ed ampia la rilevazione dei punti di stampa. La matrice di rilevazione è la classica 4X4 (16 punti) ma sul nostro firmware abbiamo attivato quella a 25 punti BILINEAR e con relativa visualizzazione della mesh su LCD (non disponibile su firmware originale). La scelta di installare un tastatore è azzeccata perchè il piano in vetro 300X300 mm in molti casi risulta essere concavo/convesso o proprio storto. Sulla X1 si poteva abilitare il manual mesh bed level ed eseguire la tastatura manualmente oppure in molti si sono avventurati nell’installazione di un sensore di livellamento nei pin del LED. La maggior parte delle richieste di assistenza nei forum derivava proprio dalla difficoltà dell’utente medio nell’installare il tastatore, alla fine faceva più danni che altro ! Meno male quindi che Artillery lo ha installato di default con relativo cablaggio dedicato e senza bisogno di intervento esterno.
CONSUMI E RUMOROSITA'
Come è possibile notare dalle due tabelle sotto, sia i consumi che le rumorosità sono veramente bassi. I consumi medi in fase di stampa sono da prendere con le pinze perchè fortemente influenzati dalla temperatura ambiente in cui si stampa. Molti di voi stampano in garage con 3° e di certo il consumo medio non sarà di 90 W !
L’alimentatore senza ventola in realtà ha il suo vantaggio solo a stampante in standby, alla fine quello che fa veramente “rumore” sono le due ventole e poco i motori in movimento. Su questi temi si può dire che non hanno fatto passi in avanti ma nemmeno indietro (come in altri casi…).
X1
X2
Standby
7 W
4.3 W
Solo hotend
74.5 W
73 W
Solo piano
545 W
550 W
In stampa (media con piano a 60°, 210 hotend e 25° ambientali)
88 W
90 W
distanza < 50 cm
X1
X2
Standby
33 dB
22 dB
In riscaldamento
42 dB
39 dB
In stampa (media)
49 dB
52 dB
Conclusioni
Se l’avessero chiamata X1+ o X1 PRO sarebbe stato più credibile. Chiamandola X2 uno si aspetta un prodotto rinnovato e magari con qualche bugfix rispetto alla precedente versione: Artillery ci è riuscita a metà e quello che è venuto fuori è un ibrido. L’aver sistemato la sicurezza con la messa a terra corretta, installato un tastatore e una scheda a 32 bit di certo non li salva dal non aver risolto il problema più importante, il riscaldamento del piano di stampa. Alla fine non si può gridare al miracolo, resta sempre la cara e “vecchia” X1 riciclata con qualche miglioramento, noi di Help3D ci aspettavamo un prodotto diverso e maggiormente curato, visto anche il successo che hanno avuto X1 e Genius. Stampa tale e quale e non sono stati fatti upgrade mirati al miglioramento ulteriore della qualità di stampa, uno su tutti un nuovo estrusore e un nuovo hotend più performante. Li hanno già a catalogo perchè non installarli ?
Ti stai chiedendo se vale la pena acquistarla ? Il prezzo è lo stesso della X1 (salvo sconti di fine magazzino), stampa uguale e ha qualche upgrade fondamentale tipo tastatore e messa a terra della stampante. Nulla che non si potesse fare sulla X1. Resta però il problema del piano come sulla X1…
E’ consigliata per i principianti ? Assolutamente si, zero problemi di montaggio (solo attenzione agli eccentrici che siano ben regolati) ed ora con il sensore di autolivellamento è ancora più facile da gestire. Artillery si pone in una fascia di mercato entry level e con poco meno di 400€ vi portate a casa una stampante di generose dimensioni che può lavorare da subito. A patto ovviamente che il difetto del piano sia per voi trascurabile, ma ricordiamolo: se si stampa PLA non ci sono problemi anche con il piano non riscaldato uniformemente. Poi con il tempo potete comunque installare un piano in alluminio in sostituzione di quello originale.
E’ consigliata per gli smanettoni ? Dipende da quanto smanettoni siete ! In realtà l’unico grosso difetto da risolvere è quello relativo al piano di stampa. Per il resto se uno vuole montare un Hemera, un Mosquito, un Bondtech ecc ecc può farlo senza problemi, tutti gli upgrade realizzati per la X1 sono compatibili anche con la X2 (il carrello è sempre lo stesso). Pecca un po’ la scheda a 32 bit senza porte di espansione per collegare altri (eventuali) accessori: si possono comunque utilizzare i pin degli slot EXP1 e EXP2. Non serve più il bltouch, forse una bella spalla di rinforzo in Z non gli fa male.
Il Piraz dice questo: “ Se avete una X1 potete anche tenerla stretta e controllare solo di avere la messa a terra corretta e poi installare il firmware con il manual mesh bed level. Se hai già una X1 moddata con tastatore e varie non serve tu prenda la X2. Se invece parti da zero allora la X2 può essere un buon punto di partenza come lo è stato in precedenza la X1”
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