Raise3D E2 – La stampante 3D desktop PROFESSIONALE perfetta ?

Come è nata Raise3D ?

In pochi si ricorderanno come Raise 3D ha intrapreso il cammino per arrivare ad essere una delle marche più stimate nel mondo della stampa 3D desktop a filamento: correva l’anno 2015 e i progetti su Kickstarter relativi alle stampanti 3D erano decine e decine. Tra questi emerge sicuramente quello relativo alla prima serie N con caratteristiche davvero interessanti per l’epoca. Il 13 Novembre la campagna si conclude con 348 backers e 445.000$ raccolti, un successo per l’asse California – Shanghai (sede di Raise3D). A Dicembre dello stesso anno sono stati consegnati i primi early birds e da lì in avanti sono solo cresciuti macinando successi e riconoscimenti dalla comunità makers e dal mondo professionale. Negli anni seguenti è stata aggiornata la serie N, poi diventata serie PRO2 e PRO2 Plus fino ad arrivare alla fine del 2019 con l’introduzione di un nuovo prodotto: Raise E2.

Questa è una stampante 3D a filamento che abbiamo voluto fortemente e infatti a Febbraio 2020 eravamo già pronti a riceverla come demo unit da recensire (grazie a Crea3D). Causa Covid purtroppo tutto è slittato a Luglio 2020, giorno in cui la E2 è entrata nel nostro showroom per un test recensione: il risultato è stato che ce ne siamo innamorati subito e nel giro di due giorni l’abbiamo acquistata e abbiamo firmato anche un accordo per diventare reseller del brand Raise3D. Perché ci ha colpito così tanto ? Abbiamo atteso diversi mesi prima di uscire con questa recensione perchè sono stati fatti numerosi test per cercare dei lati negativi su questa stampante 3D ma… ne sono stati individuati gran pochi.

Chassis 

La E2 si presenta molto compatta a forma di parallelepipedo, quasi come un forno da cucina se vogliamo fare un paragone. La struttura è un misto di acciaio e plastica (peso 35 kg circa) di colore nero/antracite con due vani apribili, uno enorme superiore che da accesso a tutta la stampante e uno frontale per la rimozione del piano di stampa. L’accoppiamento tra le plastiche è ottimo, forse il coperchio superiore andava irrobustito maggiormente sui cardini ma anche dopo numerose aperture e chiusure non ha dato nessun tipo di problema. Gli spazi sono stati studiati perfettamente e i 330X240X240 mm (300X240X240 mm in dual extrusion) di area di lavoro sono sfruttabili completamente, mentre il cablaggio risulta essere molto semplice e ben distribuito/accessibile all’interno della stampante. La movimentazione degli assi è affidata ad una guida lineare per l’asse X mentre per l’asse Y (il piano di lavoro) si è optato per una classica accoppiata barra liscia e cuscinetto a manicotto. L’asse Z presenta invece un doppio motore su barra trapezia che muove l’asse su una doppia guida (barra liscia e cuscinetto a manicotto anche qui). La struttura è molto solida e non abbiamo riscontrato alcun tipo di gioco evidente, solo premendo forte sugli estrusori si nota una leggerissima flessione ma nulla che possa compromettere la qualità di stampa. Molto comodi inoltre i due vani porta bobine che sono integrati nella struttura e non sporgono da essa, ma attenzione che possono contenere fino allo standard da 1 Kg.

Sistema Idex

Una delle differenze  più evidenti della E2 rispetto alle serie PRO2 è la presenza del doppio estrusore di tipo IDEX Independent Dual Extruders. Sinistro e destro lavorano sullo stesso asse ma vengono mossi da due motori distinti, questo si traduce in un maggior controllo del fenomeno di oozing (gocciolamento dell’ugello in fase di stampa) e una miglior pulizia della stampa in generale. L’estrusore non attivo si parcheggia infatti fuori dall’area di stampa facendo lavorare solo quello che sta effettivamente estrudendo il materiale. Il doppio estrusore permette di stampare supporti solubili, oggetti con parti di colori differenti ma la cosa più interessante è la possibilità di creare mix di materiali come ad esempio una stampa rigida con parti flessibili. Due teste di estrusione indipendenti significa anche poter massimizzare i tempi di lavoro, è possibile realizzare lo stesso oggetto contemporaneamente con i due ugelli (duplication mode) o lo stesso ma specchiato (mirror mode): in sostanza è come avere una doppia stampante in una, grazie al piano di lavoro da 330 mm è possibile dividerlo in due metà per avere all’atto pratico due stampanti con area di lavoro 140X230X230 mm. Ribadiamo ancora il concetto che l’asse in comune è sempre la Y (piano di lavoro) quindi è possibile duplicare o specchiare lo stesso oggetto ma non creare un oggetto con il sinistro e uno differente con il destro. Questa opzione è disponibile all’interno dello slicer IdeaMaker e attivabile all’occorrenza con un semplice click.

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Estrusore e piano di stampa

L’estrusore (feeder e hotend) è molto compatto e semplice, è di tipo direct drive perfettamente in grado di estrudere anche materiali molto flessibili come il TPU 70A (da noi testato direttamente). E’ presente una motoriduzione che aumenta la trazione del filamento nei casi in cui sia richiesta una elevata spinta in fase di estrusione. L’hot end, molto semplice da rimuovere in caso di manutenzione, può lavorare fino ad un massimo di 300° e può montare ugelli in acciaio e ottone fino a 0.8 mm. Sono disponibili in commercio ugelli della Brozzl o della 3D Solex che offrono alternative in Rame, Acciaio indurito oppure con inserti in Rubino per poter stampare in eterno materiali caricati vetro o fibra carbonio. La gola presenta un minuscolo inserto in PTFE ma è in una posizione tale da non raggiungere mai temperature superiori ai 200°, il materiale utilizzato è invece Titanio il quale crea un efficace taglio termico.

L’unico difetto che abbiamo trovato su questa stampante è il surriscaldamento del motore dell’estrusore (anche la serie PRO) che può portare in certi casi al rammollimento del materiale nella zona della ruota godronata. La dissipazione del calore è affidata ad una ventola frontale più un piccolo dissipatore ma in alcuni casi non è sufficiente. Il problema si presenta solo con alcuni tipi di PLA o in estreme condizioni di calore ed è risolvibile modificando leggermente i valori della Vref dei motori in estrusione (tutto gestibile da LCD impostando 700 mA come minimo per la E) o mantenendo il coperchio superiore alzato. Con materiali tecnici il cui punto di rammollimento è più alto non abbiamo avuto nessun tipo di problema, estrusioni sempre fluide e pochissimi clog (intasamenti) dell’ugello. Stampare ABS o blend PC/ABS è veramente semplice e le stampe risultano sempre belle compatte e prive di delaminazioni. Tutte le stampanti Raise3D possono utilizzare filamenti di terze parti e quindi non si è vincolati ai filamenti proposti dal produttore, non a caso è stato introdotto proprio OFP – Open Filament Program.

Piano flessibile magnetico
Calibrazione guidata
Autolivellamento del piano

Il generoso piano di stampa è formato da una sottile lamina di acciaio flessibile con sopra applicato il famoso Buildtak in versione classica (non quello PEI). Per stampare PLA, PETG, ABS, ASA, TPU è davvero ottimo e il fatto che sia flessibile rende il distacco a freddo dei pezzi davvero semplice. Nel caso si dovessero stampare materiali particolari che richiedono adesivi dedicati, è possibile applicarli direttamente su un piano di acciaio di ricambio privo di adesivo Buildtak. Una volta inserito in sede resta bello saldo grazie anche ai numerosi e potenti magneti presenti sulla base. Il riscaldamento del piano è affidato ad un pad in silicone alimentato a 24V, la distribuzione del calore è omogenea e non presenta differenze di temperature evidenti da un punto all’altro del piano (rilevati con termocamera), c’è solo un piccolo spot leggermente più freddo nell’angolo in alto a sinistra ma è una zona in cui non è comunque possibile stampare. Raggiunge temperature di 100/110° in meno di 10 minuti e il vantaggio di avere la camera di stampa completamente chiusa, porta l’ambiente di lavoro a temperature di circa 57° (rilevati dai nostri test) e nel vano bobine circa 43 °, ideale per chi ha intenzione di stampare materiali come ABS ,ASA, PC ecc ecc.

Non sono presenti le classiche rotelle di livellamento del bed perchè arriva già calibrato di fabbrica (è comunque possibile intervenire sulla planarità attraverso delle brugole) e sull’estrusore di sinistra è montato il sensore di livellamento del piano automatico (tastatore tipo Bl Touch). E’ possibile impostare una rilevazione completa a 64 punti oppure veloce a 9 punti, non serve eseguirla ad ogni stampa in quanto il livellamento del bed viene salvato in memoria ed è possibile visualizzarlo in qualsiasi momento attraverso una comoda interfaccia grafica che ci indica chiaramente il livellamento del piano. Nei nostri test, anche dopo numerosi metti/togli del piano, abbiamo riscontrato deviazioni non superiori a 0.1 mm nei vari punti del piano, un risultato spettacolare che garantisce adesioni perfette del primo layer di stampa. E’ attivabile anche un’opzione che permette di effettuare il livellamento solo nei punti in cui si andrà effettivamente a stampare, in realtà l’abbiamo utilizzata pochissimo perchè già con la classica rilevazione a 9 punti il risultato è più che eccellente. 

Raise3D ha prestato una particolare attenzione alla calibrazione dello Z offset del primo layer e all’allineamento altezze dei due ugelli, creando dei veri e propri tutorial visibili su LCD  che partono ogni volta ci sia la necessità di effettuare tali calibrazioni. Il processo completo dura non più di 15 minuti ed è alla portata anche di chi non ha esperienza con la stampa 3D poiché si verrà guidati passo passo. Per fare un paragone è un po’ come allineare gli ugelli delle “vecchie” stampanti 2D Inkjet: vengono stampate delle linee sul piano e poi ci verrà richiesto quale risultato sia il migliore, nulla di più semplice ! 

Elettronica e connettività

Quando si guarda un qualsiasi modello targato Raise3D la prima cosa su cui cade l’occhio è indubbiamente lo Schermo Touchscreen che nella E2 è da ben 7”. La grafica è accattivante e ben studiata, si può accedere a qualsiasi tipo di parametro della macchina e modificarlo (sebbene non sia necessario…) l’unico difetto si presenta solo se lo si prova a guardare da angoli di visuale accentuati e in alcune stringhe di traduzione della lingua Italiana. Nulla di cui preoccuparsi l’importante è che sia bello reattivo al tocco e contenga le informazioni di cui necessitiamo per la stampa, come ad esempio il tempo di stampa rimanente e non quello totale da inizio stampa. Abbiamo riscontrato una ottima veridicità dei tempi proposti dallo slicer e poi elaborati dall’elettronica Raise3D, su stampe superiori alle 20 ore la macchina ha sempre impiegato qualche minuto in meno di quanto previsto.

L’alimentazione di elettronica e motori è a 24V mentre la scheda che gestisce la movimentazione è proprietaria basata su Atmel ARM Cortex-M4 120MHz FPU a 32 Bit con firmware RepRap. I driver sono di tipo silenzioso è non fanno emettere alcun tipo di ronzio ai motori, l’unico rumore percepibile è quello della ventola di estrazione fumi posta sul resto infatti la rumorosità si attesta poco sotto i 50 dB(A) in funzionamento. Lo schermo LCD Touchscreen monta invece un NXP ARM Cortex-A9 Quad 1 GHz con un sistema operativo basato su Linux.

I fine corsa XYZ sono di tipo ottico così come i sensori di fine filamento, quindi attenzione con filamenti molto trasparenti potrebbe dare avvisi anche se il filamento è presente. Entrambi gli sportelli hanno un sensore che, se aperti, mette in pausa automaticamente la stampa e poi la riprende in automatico una volta chiusi (ottimo per le scuole) ma volendo  può essere disattivato se l’utente lo desidera. Per i contesti particolari in cui è necessario far operare la stampante solo a personale dedicato, Raise3D ha pensato di introdurre un blocco con password direttamente su LCD. La corrente viene a mancare proprio durante una stampa ? Nessun problema, la E2 è dotata di un sistema che permette di riprendere la stampa nell’esatto punto in cui si è interrotta.

In quanto a sicurezza la macchina presenta certificazioni CB, CE, FCC, RoHS, RCM adatta quindi per essere installata all’interno di aziende che richiedono questi standard. Oltre ai sensori di apertura porte è presente anche un filtro HEPA per l’aria in uscita, dotato di carboni attivi al suo interno per ridurre sia l’odore generato da alcuni tipi di filamento sia la dispersione di particelle come UFP e VOC nocivi. Ricordiamo comunque di utilizzare la stampante in luoghi areati o dotati di filtri ambientali e ricircolo forzato dell’aria ma questo aspetto vale per tutte le stampanti siano esse FDM o a resina.

La connettività alla rete aziendale è affidata principalmente al Wifi ma per chi preferisce il cablato è presente la classica porta RJ45. Disponibile inoltre la connessione tramite cavo USB o la possibilità di utilizzarla scollegata da tutto inserendo i files di stampa tramite chiavetta USB. Completa il quadro l’ottimo slicer IdeaMaker ,che abbiamo già ampiamente descritto nei nostri video su Youtube, perfettamente integrato per dialogare direttamente con la stampante 3D (controllo da remoto tramite webcam e visualizzazione LCD) e anche con il sistema cloud Raise Cloud, che permette a tutti gli effetti di rendere controllabili da remoto anche al di fuori della rete aziendale le stampanti Raise3D. E’ già disponibile anche l’app per tablet e smartphone oppure è possibile accedere tramite brower al cloud. Per chi gestisce più stampanti all’interno dello stesso spazio o dislocate in sedi differenti, Raise Cloud permette la creazione di code di stampa personalizzate e gestione automatica dei carichi di lavoro in base alle stampanti non utilizzate. A livello aziendale o per chi gestisce un service basato su più stampanti, questo tool è decisamente importante e infatti lo analizzeremo in dettaglio in una delle prossime guide.

Conclusioni

Raise3D è da considerarsi a tutti gli effetti un’azienda produttrice di stampanti 3D dedicate principalmente al mondo desktop professionale e al mondo educational. I prezzi e le performance di queste stampanti sono ottime e perfettamente in linea (se non superiori) con le proposte della concorrenza. Negli ultimi anni Raise3D ha vinto numerosi premi relativi al rapporto qualità/volume di stampa/prezzo e dopo questo test approfondito della E2 abbiamo anche capito perchè. 

La stampante è davvero semplice da utilizzare ed offre delle qualità di stampa fuori dal comune, dopo quasi 1000 ore di stampa di vari materiali possiamo dire di aver incontrato pochissime difficoltà (qualche clog ogni tanto). Ci siamo concentrati quasi esclusivamente su materiali tecnici come Nylon, PEC #5 10% glass, PETG Carbon (Alfaomnia), TPU 80A, ABS, ABS ESD, PC/ABS, PBT e ASA. Il PLA lo abbiamo stampato alla perfezione ma giustamente, trattandosi di un prodotto professionale, abbiamo preferito concentrare i test su materiali funzionali. Già aprendo il cartone della stampante si viene guidati passo passo nelle procedure di messa in funzione della macchina: dulcis in fundo, appena la si accende per la prima volta, compare sul monitor un video che spiega come fare per togliere l’imballo ed effettuare le prime calibrazioni. Come detto prima, a prova di principiante ! Il doppio estrusore è reale e perfettamente funzionante, non come in certe stampanti dove è sì presente ma quasi impossibile da tarare e mettere in funzione. L’utente più esperto, che utilizza già altre stampanti da tempo, potrà solo trarre benefici dall’utilizzo di una E2 riducendo i tempi morti dovuti alle continue calibrazioni tipiche delle stampanti in kit economiche, per concentrarsi esclusivamente sul flusso di stampa e di creazione di prototipi. Ecco il perchè è una macchina perfetta per l’utilizzo aziendale dove l’imperativo molte volte è “Time is money” e dove non ci si può permettere il lusso di calibrare continuamente la propria stampante 3D. In ottica assistenza e manutenzione è doveroso citare l’ottimo lavoro svolto da Raise3D nel mettere a disposizione dell’utente guide scritte e tutorial video, che spiegano passo passo anche gli interventi di manutenzione più complessi e un efficiente sistema di supporto tramite ticketing. Trattandosi di materiale professionale consigliamo comunque di rivolgersi al proprio rivenditore per chiedere conferma o prenotare un intervento diretto sulla macchina in caso di guasto.

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