E’ inutile nascondersi dietro ad un dito, è inutile cercare scuse basandosi sul fatto che “se non parti da stampanti ignoranti non impari mai”. A distanza di poco di 2 anni dal suo ingresso nel mercato della stampa 3D, Bambu Lab ha completamente rivoluzionato il settore. O meglio, preciso, ha reso la stampa 3D uno strumento davvero adatto a tutti, anche a quelli che ne sanno zero. C’è stata una vera e propria esplosione di nuovi “designer” e nuovi “service di stampa 3D” grazie al fatto che la gente si concentra di più sul modellare e offrire un servizio piuttosto che perdere tempo a far funzionare la stampante. Il basso costo delle stampanti, la facilità d’uso e l’ottima qualità e ripetibilità delle stampe hanno reso Bambu Lab la prima scelta quando si parla di stampanti 3D, oramai pare che quasi tutti gli stampatori in circolazione ne abbiano almeno una in casa/laboratorio (affiancata ad altri brand si intende). Avete fatto caso a come si sono moltiplicati i design pubblicati nella piattaforma Makerworld ? Una cosa imbarazzante… merito anche ovviamente del sistema di retribuzione messo a punto da Bambu Lab, fa moltissima gola e in tanti sono stati incentivati a caricare files nella loro piattaforma. Tutta benzina che alimenta questo motore che sembra avere autonomia illimitata: basso costo, molti comprano, trovano tutta la pappa già pronta, un sacco di materiali già profilati, stampanti che funzionano, ricambi che costano poco, ottimi oggetti, te la consigliano sempre e via… il ciclo si ripete all’infinito.
Io mi considero della “vecchia scuola”, uno che è partito montando da zero la stampante e sfogliando calendari dalla mattina alla sera per farla andare. Cerco ancora quel tipo di sensazione quando mi approccio alle stampanti con Klipper, sono stato il primo a criticare nei miei video della X1C l’eccessiva “chiusezza” del sistema Bambu Lab. Ma alla fine è un po’ come i Pan di Stelle, provi mille altri biscotti ma poi alla fine ritorni sempre a loro. E così sta succedendo anche con me, tra tutte le stampanti che possiedo, le Bambu, sono quelle che utilizzo di più nel quotidiano (assieme alla Prusa). Sinceramente non me lo so spiegare ma il fatto di avere tutto a portata di mano, profili pronti, slicer di ottimo livello, controllo da remoto, app, AMS ecc ecc mi fa utilizzare queste stampanti quasi ad occhi chiusi. E’ tutto veramente facile da gestire, o almeno per me.
Sono stato veramente molto critico inizialmente nei confronti di Bambu Lab, lo ammetto (anche se a dire il vero un po’ mi aveva fatto dannare la X1C…). Tutt’ora non accetto che si siano create delle vere faide tra chi ha Bambu e chi non ne possiede una. Tutti che insultano tutti e gente indignata che spara sentenze a caso. Certo, ne ho visti tanti con la Bambu millantare quale esperienza dopo tipo 2 ore di stampa e sfottere altri con stampanti più vecchie che magari richiedevano maggiore dedizione ma… i tempi stanno cambiando e bisogna essere pronti ad adattarsi. Lo scossone è stato davvero importante e dopo una prima fase iniziale di mio rigetto, inizio a coglierne i lati positivi: Bambu Lab ha reso la stampa 3D uno strumento davvero adatto a tutti, per ora mi concentro su questo.
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Telaio/scocca/chassis
Com’era il detto ? “no more bed sligers” ! Se c’è una cosa che nessuno si sarebbe aspettato è che la stessa Bambu potesse presentare un modello a piano di stampa mobile (bed slinger). Sia la A1 Mini che la A1 (probabilmente tra le più vendute in assoluto) condividono proprio questo tipo di movimentazione. In un primo momento mi sono detto “Bambu ha fatto una ca–ta”, sono dovuto ritornare sui miei passi quando ho visto l’enorme diffusione che hanno avuto questi due modelli… imbarazzante ! Peggio delle Ender 3 ai vecchi tempi.
Sebbene si presenti davvero piccolina, la A1 Mini ha un telaio davvero robusto. L’asse X a sbalzo (cantilever) non mi ha mai messo molta fiducia ma viste le ridotte dimensioni del piano non c’è da preoccuparsi relativamente a flessioni o vibrazioni anomale. E’ tutto molto rigido, privo di giochi: certo se premete forte nel punto a sbalzo sfruttando l’effetto leva un minimo flette… ma stiamo parlando di situazioni che non si verificheranno mai in quanto la testa di stampa, anche alla massima estensione, non fa flettere l’asse.
Per la movimentazione compaiono le guide lineari a ricircolo di sfere, da 15 mm in Z e da 12 mm in X. Soluzione non facile da trovare su stampanti di questa fascia di prezzo. La Y ha invece una “rotaia” da 34 mm sulla quale scorrono 4 cuscinetti scanalati in acciaio (no POM o plastica varia). La Z presenta la classica vite trapezia (nessun gioco nella madrevite) mente X e Y sono movimentato con una cinghia (Y di dimensioni generose).
Le finiture sono davvero ottime, le poche plastiche che si sono (realizzate ad iniezione) sono ben accoppiate e non producono scricchiolii. Alcune parti strutturali sono realizzate in Nylon 66 caricato vetro. Non ci sono cavi in vista, tutto è davvero gradevole e da la sensazione di un prodotto “ready to use”. La stampante non è boxata/chiusa e sconsiglio di chiuderla nel caso voleste fare stampe con materiali tecnici: questa stampante la si prende per PLA, PETG, TPU. Stop. L’unica motivazione di una eventuale chiusura in teca è solo per filtrarne le emissioni.
Piano di stampa
Non ho mai avuto una stampante con un piano così piccolo ! Sarò sincero i 180X180X180 mm andranno un po’ stretti ai più smanettoni, ogni giorno c’è sempre chi critica Bambu per non aver fatto uscire la stampante da 300 mm (come hanno già fatto i competitors). Però alla fine ti ritrovi sempre e comunque ad utilizzarla per un utilizzo “domestico”. In ambito service la vedrei un po’ limitata ma solo per una questione dimensionale.
L’alimentazione del piano è a 24V, temperatura massima 80°, piano di stampa flessibile in PEI texturizzato, auto livellamento e possibilità di ulteriore livellamento manuale. Che volete di più ? Interessante come in questa stampante non siano state utilizzate le celle di carico sotto al piano per rilevare le tastature dell’ugello: sulla A1 e A1 Mini hanno installato nell’hotend un sensore induttivo (Eddy Current sensor) che rileva la variazione di pressione dell’ugello al tocco sul piano. In realtà misura il micro spostamento delle alette di raffreddamento una volta che tutto il gruppo hotend viene schiacciato contro il piano, geniale ma dannatamente complicato da gestire per evitare false misurazioni! Con lo stesso sensore viene anche calibrato lo Z offset in automatico. Praticamente a prova di nonna di 95 anni con la cataratta, impossibile sbagliare. E se sbaglia, salvo errori hardware, è sempre bene prima fermarsi e fare mente locale sul “ho fatto qualche cavolata prima di mandare in stampa tutto ?”.
Segnalo una non perfetta uniformità di riscaldamento tra il centro e gli angoli, in particolar modo quello in basso a destra. Dopo essermi informato ho notato essere un problema comune di molte stampanti. Personalmente, stampando solo PLA e PETG, non vedo grossi problemi nell’avere questa differenza nelle varie zone del piano.
La zona di pulizia dell’ugello è posizionata a sinistra e condivide in parte quanto visto già sulla serie X1 e P1. Tutti i cambi colore, spurghi o calibrazioni dinamiche del flusso vengono eseguite in questa zona: purtroppo non è presente nessun tipo di canalizzazione della “cacchetta” di materiale così come non è previsto nessun cestino di raccolta, urge stampare un deflettore/canalizzatore e un piccolo cestino. Altrimenti vi troverete palline di plastica ovunque sulla scrivania ! Sul piano è poi presente una piccola striscia di silicone simil spazzola per la pulizia dell’ugello e nella parte fissa del piano una ulteriore zona di pulizia “fine” dell’ugello.
Il rilevamento della presenza del piano di stampa avviene attraverso il sensore Eddy sull’hotend. E’ geniale come abbiano bypassato la necessità di avere il LIDAR o un sensore dedicato per controllare se il piano è posizionato o meno. Semplicemente ad inizio stampa tasta in mezzo al piano e poi si sposta sopra una delle due “linguette” presenti sul piano in acciaio che sporgono dal bordo del piano riscaldato. Se la lastra flessibile è posizionata bene, l’ugello toccherà indicando la presenza del piano, diversamente tasterà nell’aria facendo scattare l’errore.
Estrusore e Hotend
Pensavo fosse molto simile a quello della X1 o P1 ma in realtà cambia tutto. L’ingresso del filamento passa attraverso un convogliatore 4 in 1 che serve per smistare i filamenti che arrivano dall’AMS. Al suo interno, oltre ad un sensore filamento e di rilevamento del taglio del filo, è presente anche il sensore che rileva se la bobina si attorciglia. Il sistema è lo stesso che usa la Qidi nelle sue ultime stampanti e si basa sull’utilizzo di una molla che, se compressa per effetto del mancato svolgimento della bobina, attiva un sensore effetto hall. Semplice ed efficace, forse un po’ troppo delicato il cavo flat che lo collega alla scheda, prestate attenzione !
Il feeder è molto semplice, ingranaggi in plastica e singola ruota godronata ma già in acciaio indurito. La canalizzazione del filamento è fatta bene e garantisce ottime stampe anche con i filamenti flessibili. C’è anche la possibilità di regolare la pressione sulla godronata attraverso il precarico di una molla, inoltre (se premuta la linguetta) permette anche la rimozione rapida del filamento (cosa che manca nella X1 e P1). Discretamente facile l’ispezione ordinaria ed una eventuale manutenzione del gruppo di estrusione.
E’ rimasta la taglierina che serve per tagliare il filamento durante i cambi colore/materiale, viene azionata in maniera automatica spostandosi completamente sul lato destro dell’asse X nel quale si vede un piolo stondato spuntare. Un sensore Hall rileva poi la posizione della leva al cui interno è posta una piccola calamita (praticamente questa stampante è fatta di sensori Hall…). Da controllare periodicamente se stampate molto a colori con ripetuti cambi filamento.
L’hotend è stato completamente rivisto (max 300°), si presenta sempre in blocco unico dissipatore+gola+ugello ma… sono stati tolti riscaldatore e sensore della temperatura ! Sempre nell’ottica di dare in mano la stampante al perfetto “nabbo” (niubbo,newbie,principiante), Bambu Lab ha pensato bene di evitare possibili disastri di assemblaggio o connessioni errate dei termistori, togliendo tutto e lasciando una piastra di attacco fissa sul carrello. In questo modo cambiare hotend si fa con una mano sola e in meno di 3 secondi, termistore e riscaldatore restano fissi nell’attacco sopra menzionato. Chi fa ancora meglio di così è Flashforge con la 5M PRO. A catalogo ci sono diversi diametri disponibili, in particolare lo 0.2 mm molto apprezzato da chi realizza scritte piccole per i portachiavi e quello in acciaio indurito per i filamenti abrasivi.
E’ comparsa poi la funzionalità “Active Flow Rate compensation” , spiegata come la trovate nel sito Bambu Lab puzza molto di marketing ed in parte è vero. Ma c’è anche da dire che hanno ovviato al problema relativo della calibrazione automatica del flusso dinamico o, più comunemente chiamato, “pressure advance/linear advance”. La X1C calibra questo parametro attraverso il LIDARla serie P1 calibra solo attraverso la stampa delle linee e valutazione dell’utente. Perchè costringere l’utente a fare questa calibrazione quando puoi farla fare al sensore Eddy Current Sensor visto prima ? Eh si proprio lui, se nella calibrazione del piano rilevava lo “schiacciamento” o spostamento del gruppo hotend verso l’alto, con la calibrazione del flusso dinamico rileva quanto l’hotend (le alette del dissipatore) si distanzia dal sensore durante l’estrusione e quanto ci mette poi a ritornare alla posizione zero una volta interrotta l’estrusione, nota bene, sono micro movimenti impercettibili all’occhio umano ! In questo modo calcolano l’isteresi e il tempo che impiega quel dato filamento a scaricare la pressione all’interno dell’ugello, evitando così i blob di materiale quando ci sono brusche variazioni di velocità/accelerazione. Preso questo dato poi lo utilizzano all’interno del loro Firmware per calcolare correttamente il pressure advance. Quello che si tende a capire dalle descrizioni sul sito è che questo sensore agisca anche durante la stampa, monitorando di continuo questo flusso dinamico. In realtà no, funziona solo nel pre-stampa e quando nel sito parlando di “Real-time Adjustment” in realtà fanno riferimento all’algoritmo di compensazione del pressure advance. Easy peasy !
Cambiando tipo di ugello, il suo diametro o il tipo di filamento, questa procedura può impiegare più o meno tempo e consumare quantità di materiale differente. Il lato negativo è che impiega molto, circa 5 minuti ad ogni inizio stampa se lo selezionate, e consuma materiale (non una quantità allucinante)
Nota: Tutti gli oggetti che vedete in foto/video sono stati stampati con questa opzione disattivata e senza alcun tipo di regolazione del valore K del pressure advance.
AMS Lite
Un accessorio che ha decretato sicuramente il successo di Bambu Lab è il sistema di caricamento materiali automatico chiamato AMS. Motorizzato, sigillato e pieno di sensori e ingranaggi non poteva essere messo sulla linea economica. Ecco quindi comparire l’AMS Lite, una versione semplificata (ma non meno efficace) di quello disponibile nella serie X1 e P1.
Brutto da vedere come poche cose, ingombrante e difficile da posizionare se avete spazi ridotti (a meno di appenderlo al muro). Doverosa critica a parte, questo AMS Lite funziona bene e pur essendo stato semplificato non avverto la differenza rispetto a quello che monto su X1C. Qualche osservazione in merito:
- I supporti bobina non sono motorizzati, il filamento viene solo tirato dal piccolo motorino ma per riavvolgersi sfrutta una molla di ritorno integrata nel supporto stesso che fa ritrarre il filamento poco sopra la zona di deviazione 4 in 1
- Per effetto di questa cosa il cambio filamento impiega molto meno in quanto non è costretto ogni volta a dover riavvolgere tutta la bobina. 4 motori separati per 4 uscite dedicate, nell’AMS classico ci sono 4 motori ma un’unica uscita, soluzione decisamente più bella esteticamente ma che costringe a dover utilizzare anche dei motori per riavvolgere la bobina
- Quello che non cambia è la quantità di materiale sprecato/spurgato durante i cambi colore, tutte le stampanti a singolo ugello e più materiali/colori necessitano di spurghi più o meno lunghi a seconda del colore/materiale utilizzato. Si spreca tanto tanto tanto materiale e le stampe vanno pianificate con cura per evitare inutili sprechi di materiale. Per chi cerca il massimo sotto questo punto di vista è meglio puntare alla Prusa XL, vera e unica alternativa agli sprechi di materiale
- Non essendo chiuso e sigillato i materiali potrebbero assorbire umidità (per PLA e PETG non fondamentale)
- Dispone di sistema di riconoscimento automatico delle bobine attraverso il Tag RFID. Metti la bobina, la stampante la riconosce e te la trovi già pronta nello slicer
- Sensore filamento integrato + odometro
- Si comporta meglio con il TPU rispetto a AMS classico
- E’ possibile collegare solo un AMS lite per stampante. L’altra porta disponibile è usata per altri accessori
Elettronica / Connettività / Firmware
Il sito non riporta specifiche esaustive relative all’elettronica montata, quello che si sa per certo è che elettronica e firmware sono di tipo closed source/chiusi. Il SoC è un dual core e si occupa di gestire tutta la parte di connessione con l’utente, l’applicazione, touch screen ecc ecc. Ci sono altre MCU sparse qua e la che permettono la gestione dell’hotend,ventole, movimentazione motori e tutta la sensoristica presente nella stampante. Chiude il quadro un alimentatore senza ventola/fanless da 150W incastrato tipo Tetris in mezzo al poco spazio disponibile sotto la stampante.
Poco fa ho citato già l’Eddy current sensor che viene utilizzato per il livellamento e per la calibrazione del pressure advance (geniale), i 3 sensori hall nell’ingresso filamento + quella taglierina, ma manca all’appello quello relativo al rilevamento delle vibrazioni e successivo smorzamento tramite Firmware. Nelle CoreXY il piano di stampa resta fermo e XY si muovono, in questo caso è facile trovare le frequenze di risonanza ponendo un accelerometro sula testa di stampa. Nel caso delle bed slinger dove asse X e Y non risiedono sullo stesso piano, è necessario inserire un sensore di rilevazione vibrazioni per ogni asse. Per la X hanno utilizzato un accelerometro posto nella piccola scheda dietro all’estrusore, mentre per la Y (il piano) utilizzano un Eddy Current Sensor ! In pratica fanno vibrare il piano e il sensore rileva l’effettivo movimento di questo.
Degni poi di menzione le seguenti funzionalità:
- Active Motor Noise Cancellation per la riduzione delle vibrazioni dei motori e di conseguenza del rumore complessivo durante la stampa (ora disponibile anche per X1 series e P1 Series). La calibrazione viene eseguita in automatico
- Nozzle Clumping detection ovvero il rilevamento dei mega blob di materiale che si formano attorno all’ugello se la stampa si stacca dal piano o se succede qualcosa di anomalo in estrusione
- Air printing detection ovvero la mancata estrusione di materiale, viene rilevata facendo un confronto con i dati provenienti dall’AMS confrontandoli con quelli di estrusione presenti nel Gcode. Esempio: se da gcode viene richiesto di estrudere 10 mm di filamento ma nell’odometro dell’AMS ne risultano meno allora è molto probabile che si sia un problema di estrusione legato all’hotend, ugello o estrusore
- Auto recovery Step loss come nella serie X1 e P1, se viene rilevata una perdita di passi su un asse (impatto dell’ugello sul pezzo ad esempio), la stampante si ferma e azzera nuovamente X e Y per poi ripartire a stampare
La connessione alla rete è di tipo Wifi, non è presente invece Ethernet. Per chi desidera lavorare completamente slegato dal cloud c’è la possibilità di caricare i files nella micro SD oppure gestire il tutto via Wifi con la modalità “LAN only mode”. Presente anche la Webcam con illuminazione integrata, ma ha un basso framerate e una qualità idonea per il controllo da remoto (per ora no controllo spaghetti). Se desiderate fare video cinematografici con i Timelapse beh… non è la prima scelta ! Comodo lo sportellino della privacy per oscurarla.
Lo schermo da 2.4 ” non è comodissimo per le mie grosse dita ma le poche funzioni disponibili sono ben organizzate, la grafica è chiara e non lascia spazio a dubbi (c’è anche in Italiano). Il tutto è molto intuitivo, si denota un gran lavoro di UX Design dietro: fin dalla prima accensione l’utente è guidato passo passo per la selezione della connessione, eventuali aggiornamenti firmware, tutte le calibrazioni le fa in automatico. In meno di 30 minuti si passa dallo scatolone ad avere una benchy stampata a razzo in mano. Pensare che questa esperienza l’ho fatta vivere ad un mio amico che non ne sa nulla di stampa 3D, ha aperto lui la stampante per la prima volta e alla fine del processo ci è rimasto male, non ci credeva. Altri 40 minuti dopo aveva in mano un portachiavi multicolore personalizzato. Mai visto una stampante 3D prima di quel giorno.
E’ inutile che mi dilunghi più di tanto ma devo sottolineare la perfetta integrazione tra:
- Stampante
- Slicer Bambu Studio/ Orca Slicer
- Applicazione smartphone Bambu Handy per il controllo da remoto, gestione stampe e apertura ticket assistenza
- Database modelli 3D Makerworld
Per chi parte da zero è una manna dal cielo, tutti profili di tutti i materiali Bambu Lab (e non solo) sono già pronti e caricati nello slicer. Per una esperienza ancor più devastante, all’interno di Makerworld sono già presenti i files pronti, impiattati e ottimizzati per tutte le stampanti Bambu Lab. E’ possibile lanciare stampe direttamente dallo smartphone senza nemmeno passare dallo slicer… Ogni creatore di modelli carica il proprio profilo che poi viene validato (o bocciato) dagli utenti stessi che lo scaricano e stampano. Per ogni download del file e per ogni stampa eseguita, il creatore del file guadagna dei punti che poi possono essere convertiti in denaro o ticket per acquistare materiali o stampanti Bambu Lab. Ora capite il perchè è così devastante il tutto ?
La mia recensione della X1C risale ad aprile 2023, pensate che non era nemmeno stato presentato Makerworld e mancava una grossa fetta dell’esperienza “click and print”. Tralasciando lo scandalo del “chi ha copiato chi” (vedere sfogo di Prusa quando si è accorto che hanno quasi clonato Printables), Bambu Lab è andata oltre iniziando a fornire dei tool molto interessanti agli utenti per quanto concerne la creazione dei modelli 3D. Vale sicuramente la pena provare quello che è pubblicato dentro il MakerLab, trovo il vettorializzatore di immagini e il creatore di targhette multicolore davvero utili e semplici da utilizzare. Piano piano inizieranno a rendere l’utente medio completamente slegato dall’utilizzo di complessi software CAD, un po’ come hanno fatto con le stampanti 3D. Meno tempo a pensare come fare per utilizzare “qualcosa” e più tempo dedicato a utilizzarlo veramente e alle idee connesse ad esso.
Prestazioni, consumi e rumorosità
Stampa dannatamente veloce* e bene, mai mi sarei aspettato una cosa simile da una Cantilever. Guardandosi attorno le prime con cui fare paragoni sono le vecchie Cetus (oramai obsolete), la Kingroon KP3S (obsoleta) e la mitica Prusa Mini+ (parzialmente obsoleta al confronto). Sono finalmente riuscito a misurare con precisione sia la portata volumetrica dell’hotend che il relativo taglio termico, erano dati che ancora mi mancavano effettivamente. Il taglio termico è molto molto simile a quello della Prusa MK4 e, vista la lunghezza della zona calda, mi sarei aspettato qualcosa di similare alle Qidi o Flashforge.
Contrariamente a quello che mi dice questo grafico, ho riscontrato una portata volumetrica effettiva a 230° con PLA Basic Bambu Lab di circa 25 mm3/s, tale dato trova poi conferma nei profili ufficiali del filamento che infatti è impostato ad un massimo di 21 mm3/s (tutto con ugello da 0.4 mm) e nella descrizione tecnica del sito (parlano di 28 mm3/s a 280° ed è plausibile). Con il PLA Bambu o materiali certificati per l’alta velocità, raggiungere i 300/350 mm/s è alla portata di tutti.
In quanto a rumorosità parte sicuramente in svantaggio perchè è aperta, c’è da dire però che è davvero molto silenziosa durante la stampa (43 db circa) ma appena parte la ventola di raffreddamento del pezzo (è una 5015) diventa davvero troppo rumorosa. Di base lavora con un 60% di ventola per il PLA ma quando deve fare certi overhang/parti a sbalzo, ponti o layer dalla durata ridotta, la ventola viene mandata al 100% e si passa a 58 db circa. Fastidiosa fidatevi. Le altre 2 ventole presenti sono quella della dissipazione corpo hotend (praticamente non si sente) e quella sempre piccolina sotto alla stampante che soffia sul dissipatore dei driver della scheda madre. La mia è arrivata difettata, vibrava tantissimo e trasmetteva una risonanza fastidiosa che si amplificava con la scocca dell’elettronica. Ho contatto il supporto, ho mandato un paio di video e prontamente me l’hanno sostituita con una che effettivamente genera meno rumore (un po’ si sente comunque). Anche altri hanno avuto problemi simili, nel caso prestate attenzione e la sostituite la volo.
Sui consumi passo veloce perchè con un piano così piccolo e stampe principalmente fatte con PLA o PETG, il consumo medio orario è di 50W. Il mio smartphone in ricarica consuma di più !
Conclusioni
200€ la stampante singola e 350€ la versione con AMS multicolore/materiale (in offerta ora fino a Dicembre). L’unica che ad oggi offre una cosa simile a questo prezzo è la Anycubic Kobra 3 Combo con Ace pro a 400€, ma si tratta di una pura battaglia di prezzo. Se parliamo di pari “struttura” la reginetta era la Prusa Mini+. Dico era perchè oggettivamente per prezzo e prestazioni offerte ahimè non è alla pari (pur rimanendo comuqnue un’ottima stampante)
L’assistenza della stampante è cinese (ora c’è anche la chat live), con la mia X1C, P1P e ora A1 Mini li ho contattati una sola volta (direttamente da applicazione smartphone) e la risposta è stata celere. Rispetto ad Aprile 2023 quando ho recensito la X1C hanno fatto passi da gigante per gestire al meglio l’assistenza vista la mole assurda di stampanti vendute in brevissimo tempo. Non sono stampanti esenti da problemi, la stampante che arriva sfigata capita è normalissimo (a me è arrivata con ventola rumorosa per dire…).
La wiki sul sito viene aggiornata costantemente e si trova praticamente tutto relativamente alla stampante. Di solito chi contatta l’assistenza è per due motivi: non ha voglia di leggere le guide pubblicate oppure ha veramente problemi di tipo hardware. Facendo un diretto paragone con Prusa, al momento Bambu è un paio di gradini sotto quanto offre Prusa in termini di assistenza e formazione al cliente. Trattasi di opinione personale, ognuno valuta poi diversi aspetti.
Concordo con chi ogni giorno consiglia questa stampante come ingresso nel mondo della stampa 3D, ad oggi per rapporto qualità/prezzo/semplicità/funzionalità offerte è veramente difficile trovare delle alternative. Consiglio la versione con AMS Lite per il semplice fatto che è comodo stampare alcuni oggetti a colori anche se il consumo di materiale è davvero esagerato.
Continuo ad odiare l’estrema lunghezza dello start di una stampa per via dei mille check che deve fare, spurghi, controlli sensore, calibrazioni ecc ecc. L’immediatezza che si ha con una Prusa è molto più appagante per chi è più navigato. Per il principiante invece toglie tutta una serie di variabili che lo portano a concentrarsi sul prodotto finale piuttosto che sulla stampante. E’ un prezzo che in molti sono disposti a pagare, ma ricordate… è pur sempre una stampante che deve essere “programmata” dall’uomo. Se a livello slicer facciamo scemenze non è che poi la A1 Mini vi avvisa. Ok spegnere il cervello perchè “fa tutto lei” ma almeno un minimo è bene sempre documentarsi.
La A1 Mini è la classica stampante da affiancare ad altre di fascia più alta o semplicemente per tenerla come backup. Non la consiglio per i service di stampa in quanto il piano di stampa è troppo piccolo e non permette di gestire agevolmente materiali più tecnici, piuttosto è da valutare la sorella maggiore A1 che è la stessa identica stampante come tecnologia, ma con il piano maggiorato. Per un utilizzo casalingo/educational/svago mi sbilancio dicendo che è devastante. Il prezzo è irrisorio e vi accorgerete ben presto che il costo della stampante andrà in secondo piano appena inizierete a macinare kg e kg di materiale !
Stampante super approvata, ora attendo che presentino quella nuova !
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