Signori e signore, giù il gettone ! Altro giro altra corsaaaaa. Sbaglio o si dice così alle sagre quando si va agli autoscontri ? E così sta andando anche nel mercato della stampa 3D, altra stampante appena uscita e altra recensione ! Si fa davvero fatica a stare dietro a tutte le nuove uscite, ma la domanda che dobbiamo porci non è tanto se la nuova stampante presentata sia davvero innovativa ma ne avevamo davvero bisogno ? I concorrenti della Bambu Lab si sono attivati già da tempo e ora non fanno altro che sfornare sempre nuovi prodotti uno fotocopia dell’altro. La stampante di oggi è la nuovissima QIDI Q1 PRO, finalmente riesco a pubblicare una recensione a qualche giorno dalla presentazione ufficiale e non dopo diversi mesi. Sarò sincero, quando QIDI (che ringrazio tantissimo per l’unità inviata) mi ha proposto la recensione di una nuova stampante 3D di formato “piccolo” ho detto subito di no, non mi interessava una nuova variante della già esistente X SMART 3. Salvo poi aver letto le caratteristiche del volantino che mi hanno inviato e mi sono detto: “curiosa questa, un test è meglio farlo”. E in tutto questo sono stato all’oscuro del prezzo fino all’altro giorno che l’hanno presentata: 469€ prezzo promo oppure 599€ a prezzo pieno. Per le caratteristiche che ha è davvero da prendere in considerazione paragonandola tranquillamente alla Creality K1, Flashforge 5M PRO e Bambu Lab P1S. Non chiedermi della Phrozen Arco, è su un altro segmento di mercato 😉 Telaio/scocca/chassis Buona parte della recensione può tranquillamente sovrapporsi a quella della QIDI X PLUS 3 che ho fatto a fine 2023, dagli una letta/visione perchè vedrai tanti punti in comune tra le 2 stampanti. Come al solito scocca bella plasticosa che nasconde un solido telaio in metallo, peso non eccessivo di circa 17 Kg. A livello estetico siamo ancora abbondantemente indietro rispetto alla concorrenza ma almeno questa volta QIDI ha provato a creare delle linee più convincenti rispetto alle solite scatolotte orribili di plastica. La sensazione è di un prodotto “cheap” ma in realtà non lo è del tutto. Ingombro della stampante molto più contenuto a fronte di un’ovvia riduzione del volume di stampa che passa a 245X245X245 mm, perfettamente in linea con i prodotti della concorrenza. Solita movimentazione CoreXY con barre da 8 mm su Y + cuscinetti LM8UU e barre da 10 mm su X (cave) con le onnipresenti boccole autolubrificanti con inserti in grafite, le cinghie non sono più della Gates ma di una marca china che non avevo mai sentito. Ottima la scorrevolezza della X se paragonata alla K1 di Creality. La novità entra in gioco sulla Z, c’è sempre una doppia barra trapezia a movimentare il tutto ma al posto di un singolo motore e una cinghia di sincronia, troviamo 2 motori separati (con 2 driver stepper dedicati). Non c’è una vera e propria motivazione dietro a questa scelta tecnica, probabilmente avranno visto che era più una rogna allineare le due barre con una cinghia piuttosto che avere la regolazione automatica tramite firmware e sensore di livellamento. Prima di ogni inizio stampa esegue in automatico un livellamento delle due altezze per portare “in pari” il piano. Attenzione a NON confonderlo con il LIVELLAMENTO e la generazione della mesh di compensazione del piano. Sono due cose differenti. Rispetto alla X PLUS 3 ho notato molti meno scricchiolii derivanti da riscaldamento/raffreddamento della camera. NOTA: supporto bobina orrendo e poco funzionale… urge un remake ! Piano di stampa Come detto prima il piano è un 245X245 mm e da scheda tecnica promette una temperatura di 120°. Con termocamera e puntatore laser ho rilevato in realtà 115° circa, raggiunti in meno di 10 minuti (impiega 6 minuti circa per arrivare a 90°). Temperatura bella uniforme anche ai lati e senza spot marcatamente più caldi di altri. Nella Q1 PRO troviamo un piano riscaldato a 24V alimentato da un PSU da circa 350W. Completa il quadro il classico piano magnetico “texturizzato” in PEI doppia faccia, non sono previsti piani con superfici differenti ma essendo di tipo magnetico non si fatica a trovarne di concorrenza delle misure corrette. La novità risiede nel livellamento del piano: più che novità parliamo di ridondanza o di “facilità d’uso”, l’aggiunta che hanno fatto non era realmente necessaria. In sostanza la stampante si livella con 2 sensori: Essendoci una calibrazione con le celle di carico poteva non comparire un sistema di pulizia ugello ? All’inizio pensavo fosse un copia/incolla di quello Bambu Lab in realtà si è rivelato profondamente differente ed efficace al tempo stesso. Peccato sembri che si stia per smontare subito ma è tutto regolare, sembra essere resistente nonostante si muova e fletta tantissimo. Il meccanismo si aziona quando il carrello va in una determinata posizione, lo spinge fuori con un leverismo e poi inizia tutta la routine di pulizia dell’ugello: preriscaldo, estrusione, pulizia su un rullo e pulizia finale dell’ugello su un pad di simil tessuto (ce ne sono di ricambio nella confezione). Trovo molto più indicata questa soluzione piuttosto di quella adottata da Creality K1 e Bambu nel voler pulire l’ugello strisciandolo in una zona del piano (nella K1 C hanno messo un pad in silicone). Per chiudere, piccolo (e comodo) cestino per il recupero degli spurghi. Non nutro particolare simpatia per il sensore di prossimità perché ti lega a dover utilizzare piani di stampa che vengano effettivamente rilevati dal sensore (ferromagnetici). Se provi ad usare un piano in vetro, ad esempio, la rilevazione del piano sarà effettuata sulla base sottostante (se riuscirà a captarla) e non sulla reale superficie in vetro. Sarebbe stato bello dare la doppia possibilità di poter effettuare una eventuale tastatura completa con le celle di carico al posto del sensore di prossimità, mettendo mano ai file di configurazione volendo sarebbe possibile provarci… Estrusori e Hotend La parte relativa al feeder/estrusore resta invariata rispetto alla X PLUS 3, doppia ruota godronata “grande” in acciaio, ingranaggi misto plastica/acciaio, molla non regolabile nel precarico che spinge una delle due