Le novità che attendevamo Nel nostro video che abbiamo fatto ad Agosto, si è parlato della nuova veste grafica e di tutte le nuove funzionalità introdotte rispetto a Slic3r. Mancavano tuttavia alcune feature decisamente importanti. Nel video ufficiale in inglese le trovate riassunte, qui sotto invece faremo un breve riassunto in Italiano. Finalmente CTRL-Z / UNDO Una funzione che decisamente non poteva mancare… l’UNDO ! Quante volte ti è capitato di ruotare, tagliare o semplicemente cancellare un oggetto dal piano ? Magari dopo aver applicato supporti manuali e modificatori vari… ecco so già la quantità di parolacce. Ora non dovrai più aver paura di fare tutte le azioni che vuoi in quanto hanno implementato il CTRL-Z “all’infinito”. Piccola chicca: cliccando con il tasto DX del mouse sulla freccia (avanti o indietro) appare la completa cronologia di lavoro. Finalmente. Processi di stampa come su Simplify3D Gli utilizzatori di Simplify3D sanno benissimo che ogni processo di stampa può essere suddiviso in base all’altezza dell’oggetto. Questa funzione è arrivata anche su Prusa Slicer e potrà essere gestita in maniera MOLTO più flessibile rispetto a Simplify 3D. Tutti i parametri dei modificatori saranno disponibili e utilizzabili ANCHE in questa funzione. Inoltre permette di variare la risoluzione di stampa in maniera netta senza affidarsi al “variable layer height”. Gestione migliorata del profilo materiali Una cosa che ho sempre odiato di Slic3r e Prusa Slicer è stata l’impossibilità di poter gestire una retraction differente per ogni tipo di materiale. Idem vale per altri settings come il wipe oppure le velocità di retraction. Con la versione 2.1 viene finalmente introdotta questa possibilità ! Altre modifiche Le 3 importantissime precedenti modifiche sono state poi accompagnate da alcune altre di minor rilievo come: Partial arrangement – Consideriamolo un nesting dei pezzi dinamico. E’ molto comodo nei casi in cui è già stato preparato un nesting accurato dei pezzi sul piano e devono aggiungersene altri. Con questo comando è possibile solo fare l’allineamento dei soli pezzi selezionati e non di tutto il piano. Max scale – Molto semplice… scala un oggetto fino alle dimensioni massime realizzabili dalla stampante. Toolpath export – di dubbia utilità (a mio avviso) ma comunque comodo per chi deve realizzare dei rendering realistici. In sostanza viene esportato un modello 3D di come verrà realmente realizzata la stampa 3D. Vedrete quindi i supporti, l’altezza dei layer e tutto il resto. Faster start-up Faster tree support generation miglirata la generazione dei supporti ad albero per la modalità DLP/RESINA Selective slicing – ora è possibile escludere dallo slicing alcuni oggetti sul piano. Basterà cliccare sul modello 3D con il tasto DX e selezionare “Stampabile” oppure no. Molto comodo Conclusioni Lo avevo già detto un mese fa… Simplify3D ha veramente le ore contate se non decide di aggiornarsi con nuove e sensazionali feature (come hanno promesso). Per ora Prusa Slicer resta il MIGLIOR software di slicing attualmente in circolazione, provatelo ! DOWNLOAD: https://www.prusa3d.com/prusaslicer/
Step X mm – La guida definitiva
Tabella dei Contenuti La triade magica Corre l’anno 2017, il canale YouTube è proprio all’inizio. Tra i video più importanti (e seguiti da voi) ci sono sicuramente quelli relativi alla triade magica: Regolazione Step/mm estrusore Regolazione Flow Regolazione Step/mm assi Per quanto i video siano stati fatti bene e dettagliati, purtroppo ho (inconsapevolmente) omesso alcune osservazioni che sono pian piano venute a galla in questi 2 anni, e alle quali ho dovuto rispondere più e più volte nei commenti del video oppure sui gruppi facebook o forum. In questo articolo/video ho cercato di riassumere un po’ tutto. https://youtu.be/I5i1FPoc0H4https://youtu.be/7EM-gLF1LIYhttps://youtu.be/mpd22vvkNxM La regolazione degli step/mm è un semplice palliativo Chiariamo bene un concetto, se conosciamo : Tipologia di motore (1,8° oppure 0,9° per step) Tipo di cinghia e passo Tipo di puleggia, denti e diametro Passo della vite in Z (oppure in X e Y per i fortunati) Microstepping attivo Diametro della ruota godronata Rapporto di riduzione (se estrusore demoltiplicato) allora non ci serve nemmeno calcolare gli step/mm perchè quelli TEORICI (tieni bene a mente questo termine) li puoi ricavare molto seplicemente da qui https://blog.prusaprinters.org/calculator/ . Questo cosa vuol dire ? E’ inevitabile… se la teoria non corrisponde alla realtà allora le cause potrebbero essere molteplici, direi infinite. L’hardware economico con il quale il 90% dei Maker ha a che fare, non permette di montare una stampante 3D (o fresa CNC) con tolleranze tali da garantire una precisione di stampa senza una modifica agli step/mm. Si hai capito bene… La regolazione degli step/mm serve per arginare problemi “hardware” Per hardware si intende tutto quello che compone una stampante, dallo chassis (telaio) agli organi di movimento, i motori, viti, barre, pulegge ecc ecc. I calcoli TEORICI (ricordi bene vero ? ) non tengono conto del catafalco cinesone che ti ritrovi tra le mani. La teoria non sa che i cuscinetti LM8UU da 0,3€ che monti sono stati assemblati da una marmotta in calore, idem vale per le tolleranze nel taglio dei profilati del telaio o il diametro delle pulegge e relative tolleranze. Questo cosa vuol dire ? Ogni pezzo della tua stampante e il modo in cui la monti vanno a minare e farsi friggere tutti i bei nostri calcoli teorici. Se tutto non è perfetto al centesimo, le cinghie tese alla perfezione e le pulegge del diametro corretto, difficilmente otterremo qualcosa di accurato semplicemente montando la stampante. Ecco quindi venire in aiuto le regolazioni SOFTWARE ( i famosi step/mm) per ovviare agli inevitabili problemi meccanici delle nostre stampanti. Seguimi ancora che ti do altre due dritte… Regolazione Step/mm del Feeder/Estrusore Chiamalo come vuoi, io intendo il punto in cui il filamento viene preso dalla ruota godronata e trascinato poi fino a giù nell’hot end. Qui si compie parte della magia (cit. Franchino) della stampa 3D. Rispetto alla regolazione degli step/mm degli assi, qui posso sbilanciarmi nel dire che il valore che trovi calcolando gli step TEORICI tramite questa formula che avevo già pubblicato nel vecchio articolo, ti troverai un valore MOLTO accurato. Ma devi essere in grado di misurare (o conoscere) molto bene il diametro della tua ruota godronata. Altri errori non ne puoi fare, altre cose che possono influire non ce ne sono ( a meno che tu non abbia montato il gruppo di estrusione sotto effetti di funghi allucinogeni). Ad ogni modo, questi sono i problemi più frequenti riscontrati DOPO la regolazione spiegata in questo video: Primo errore che molti commettono: non conoscono i valori di partenza impostati sul firmware. Collegati via Host oppure pescalo dal firmware Sii il più accurato possibile nella misurazione dello spezzone di filamento. Ricorda però che la TEORIA fa sempre da padrona, lo spezzone di filamento ti serve per capire solo se hai calcolato giusto. Estrude più di quello che hai impostato ? No paura, l’errore che hai fatto è stato semplicemente calcolare in modo errato gli step/mm e quindi il motore estrude di più di quello che dovrebbe. Ricalcola ed inserisci il valore. Estrude meno di quello che hai impostato ? E qui si apre il mondo di possibilità. Prendiamo per buono il fatto che il calcolo degli step sia stato fatto a dovere, cosa influisce allora su questa mancata estrusione ? Leggi bene qui sotto… Come va eseguito il test ? Con o senza ugello ? Come detto prima, la TEORIA dovrebbe bastare. Ma per verificare i calcoli devi fare necessariamente il test citato prima. Come lo esegui non ha importanza, con o senza ugello montato i valori devono essere gli stessi. Ti direi quindi di fare il test prima SENZA ugello, controlli la quantità di materiale estruso e vedi se corrisponde allo spezzone di filamento che hai preparato. Se non dovesse essere giusto fai il calcolo e aggiusta gli E-Step. Dopo rifai lo stesso test ma con ugello montato (estrusione vera e propria) e confronta i risultati, dovrebbero essere identici anzi… devono esserlo ! La quantità di materiale estruso deve essere la stessa. Perchè il primo test senza ugello ? Molto semplice, è la condizione che più si avvicina a quella ideale/teorica. Non ci sono problemi di temperatura e non dipende dal filamento che utilizzi. In sostanza lo spezzone di filamento misurato è per te solamente un metro di misura, per capire quanto gira il motore. Discorso diverso è quando il motore deve far forza e spingere il filo attraverso l’ugello… lo vedrai tra poco. Che tu abbia bowden o direct drive non cambia nulla, il metodo da utilizzare è sempre lo stesso ! Quando è che estrude meno ? Perchè ? I problemi potrebbero essere uno o più tra quelli che ti sto per elencare, non cercare di risolverli tutti in una volta sola, vai per gradi: Ugello o gola (throat) intasate. Capita anche con macchine nuove di zecca e mai usate, basta che sia stato assemblato male l’hotend nella zona del PTFE. Questo è uno dei problemi più frequenti per le Ender 3 e le Creality in genere (ma anche tante altre marche… gli hot end sono sempre gli
Sono arrivate le magliette Help3D
Un traguardo importante Il canale YouTube di Help3D ha ormai superato i 13.000 iscritti e oltre 5 MILIONI di minuti visualizzati ! Siamo veramente orgogliosi di questi numeri, ma è anche merito vostro perché ci guardate sempre e condividete i nostri video Perché la maglietta ? Ce la avete chiesta davvero in tanti ma non avevamo ancora pronto il logo giusto. L’estate ha portato consiglio e abbiamo voluto racchiudere in un’unica rappresentazione 3 elementi principali del canale: la stampante 3D, il Piraz e la Bassottina Tabù ! Non la solita T-Shirt Se hai già acquistato il nostro libro te ne sarai accorto. Non puntiamo a compromessi sulla qualità: la grammatura è da 155 gr e il materiale è 100% Cotone biologico filato e pettinato. La stampa è invece digitale e non con adesivi o serigrafica Acquistala ora !
Warping e piani di stampa – Come non far staccare le stampe 3D
https://youtu.be/aBw4APtoFBI Gli oggetti continuano a staccarsi dal piano di stampa ? Quale piano di stampa o additivo posso utilizzare per evitare di rovinare stampe su stampe ? In questo video ti mostrerò cosa utilizzo e cosa potresti usare anche tu per ottenere stampe sempre perfette ! 👀 Zoffset: https://www.help3d.it/come-impostare-il-valore-z-offset/👀 Livellare piano di stampa: https://www.help3d.it/come-calibrare-il-piano-di-stampa/ —— 🛒 DIMAFIX SPRAY: https://www.help3d.it/prodotto/dimafix-spray/🛒 DIMAFIX STICK: https://www.help3d.it/prodotto/dimafix-stick/🛒 BUILDTAK: https://amzn.to/2ZBb3n7🛒 LOKBUILD: https://amzn.to/2GIEOuN🛒 ULTRABASE: https://amzn.to/31bSrKw 🚑 Compra una spatola…. : https://amzn.to/2Kb7sXt Ora non hai più scuse !
PrusaSlicer 2.0 è meglio di Simplify 3D ?
https://youtu.be/5cz9PuYQ2_E Andiamo alla scoperta della nuova rivisitazione di Slic3r ovvero PRUSA SLICER 2.0 . Secondo voi ci ha impressionato ? Avrà finalmente scalzato dal primo posto Simplify 3D ? Scopriamolo assieme – Profilo per ENDER 3 PRO : http://bit.ly/profilo-ender-3 01:20 – Download 03:48 – Interfaccia grafica 10:12 – Gerarchie/Processi 14:27 – Modificatori e Supporti di stampa 17:54 – Salvataggio progetti 19:02 – Riparazione files con Netfabb 20:09 – Profili di stampa / Parametri nuovi 23:03 – Organizzazione profili di stampa 25:15 – Altezza Layer variabile e cambio colore 29:20 – Conclusioni LINK: ✔ NEWS: https://blog.prusaprinters.org ✔ PAGINA SLICER: https://www.prusa3d.com/prusaslicer/ ✔ DOWNLOAD: https://www.prusa3d.com/drivers/ ✔ OPENSOURCE: https://github.com/prusa3d/PrusaSlicer 🐱🏍 ENDER 3 PRO : https://amzn.to/2Yx8YeC #prusaslicer #stampa3d #help3d
Stampa 3D FDM a metallo ? Basf Ultrafuse 316L
Come funziona la Stampa 3D – FDM a metallo ? Non è un segreto, da qualche anno hanno fatto capolino i nuovi sistemi completi di Desktop Metal e Markforged per quanto riguarda la Stampa 3D FMD a metallo. Normalmente siamo abituati a vedere enormi (e costosissime…) stampanti a polveri di metallo SLM/DMLS quindi suona un po’ strano vedere una stampante 3D FDM che utilizza un filamento “metallico”. Desktop Metal Markforged Metal X Come funziona questo tipo di stampa 3D ? E’ proprio come stai pensando o come hai sempre sognato. Tutto si basa sull’utilizzo di un filamento… metallico ! In realtà non è come prendere del fil di ferro e metterlo al posto del PLA. Qui stiamo parlando di polveri metalliche (in questo caso Acciaio 316L) miscelate assieme ad un binder (legante) termoplastico. A tutti gli effetti risulta un comunissimo filamento da 1.75 mm o 2.85 mm. La magia avviene non tanto durante la stampa quanto nel post-processing: una volta terminato il pezzo stampato in 3D, questo si chiamerà “green part”. In questa fase del processo è molto molto fragile e, prima di venir messo dentro in forno a circa 2000° (per la sinterizzazione, white part), necessita di un passaggio intermedio: il de-binding ovvero la rimozione del termoplastico che lega la polvere metallica (brown part). “Green State” part Scheda tecnica BASF Ultrafuse 316L Lo posso stampare anche a casa o in azienda ? BASF con il nuovo filamento ULTRAFUSE 316L apre le possibilità di stampa a metallo anche per utenti con stampanti non estremamente costose. Guardando i requisiti di stampa di questo materiale emerge che : Si stampa tra i 230° e 250° Richiede un piano riscaldato a 100° circa Meglio utilizzare un additivo tipo Dimafix per l’adesione al piano Utilizzare ugelli in acciaio indurito (> 0.4 mm se possibile) e altezza layer tra 0.1 e 0.2 mm Non è fondamentale una stampante “boxata” / Chiusa Come potrai notare sono caratteristiche che ormai il 90% delle stampanti in commercio riescono a soddisfare. Rimane però un problema non semplicissimo da superare: come posso eseguire correttamente il post-processing ? Ed è qui che Desktop Metal e Markforged emergono con prepotenza. Non ti vendono solo la stampante ma anche tutto il Kit completo di De-binding e forno di cottura, oltre a tutto il know how per creare oggetti dalla A alla Z. In questo caso i costi salgono notevolmente e sopratutto non è possibile per tutti tenere in casa o in azienda attrezzature come forni o vasche di lavaggio. BASF, come è possibile vedere nel video qui sopra, si sta organizzando per creare (attraverso la sua rete di partner) dei centri nei quali sia possibile inviare il “green part” (la stampa 3D grezza) per un de-binding e successiva sinterizzazione in forno. Primo step: Green Part Secondo step: Brown Part Terzo step: White Part
Il PLA si scioglie in acqua ? Lo butto nell’umido ?
Introduciamo l’argomento… Potrebbe essere finalmente uno di quei video che chiudo in meno di 3 minuti ma no… è contro di me ! Per spiegarti una volta per tutte che il PLA non si scioglie in acqua non solo ti mostrerò dei miei oggetti rimasti immersi per 3+ anni in un acquario (con cacca di tartarughe annessa e alghe), ma è opportuno anche fare un po’ di chiarezza sul discorso “biodegradabile/compostabile” perchè effettivamente c’è un po’ di confusione. Non essendo io un esperto di chimica dei materiali e processi di compostaggio, oltre ad aver letto decine di articoli (linkati qui in basso) e anche qualche tesi universitaria (link sempre in basso) ho chiesto il parere anche a tre produttori di filamento. Tomàs 3D , Make A Shape e Keytech (Corinaldesi). Il video è nato per dare finalmente una risposta chiara e decisa all’argomento PLA e ACQUA ma in realtà ho voluto espandere l’argomento anche al tema “ma dove lo butto?” Ti do due risposte secche, veloci. Poi se ne hai voglia ti guardi bene il video e ti leggi il resto dell’articolo che ti spiego in dettaglio tutto passo passo. Oggetti stampati in 3D in PLA non si sciogliono in acqua. Punto. Oggetti stampati in 3D in PLA non vanno buttati nell’umido. Punto. Biodegradabile non vuol dire che si scioglie in acqua Alzi la mano chi dice “Uso il PLA perchè è biodegradabile e quindi non è tossico” ? Lasciamo perdere il discorso tossicità che avrà un suo video dedicato, per il momento fermiamoci sul sul fatto che il PLA E’ BIODEGRADABILE. Probabilmente nasce tutto da questo termine, dimmi la verità… anche tu pensi veramente che biodegradabile = si scioglie in acqua ? Ecco quindi emergere un nuovo trauma dopo aver scoperto che Babbo Natale ,quando eri piccolino, era in realtà tuo zio. Partiamo quindi da una definizione chiarissima e che non lascia spazio a dubbio alcuno: “La biodegradabilità è la capacità di sostanze organiche e di alcuni composti sintetici, di essere decomposti dalla natura, o meglio, mediante attività enzimatica di microrganismi. Questa proprietà permette il regolare mantenimento dell’equilibrio ecologico del pianeta. Una sostanza biodegradabile viene decomposta in elementi più semplici ( acqua, anidride carbonica e metano. ndr) che possono essere assorbiti nel terreno. Una sostanza non biodegradabile (o decomponibile a lungo termine), invece, rimane nel terreno senza venire assorbita, provoca inquinamento e favorisce diverse problematiche ambientali.” Progeva Il punto è che il PLA per come lo utilizziamo noi per le stampanti 3D, è assolutamente stabile. Perchè si inneschi un processo di degrado devono esserci delle condizioni ambiental i che possano favorire questo tipo di degradazione. Andiamo nel dettaglio e vediamo che dicono i 3 produttori: Parlerei brevemente sulle definizioni, quindi che per biodegradabilità si intende un processo degradativo ad opera di micro e macro organismi. Per essere precisi, il PLA non è completamente biodegradabile, ovvero ha bisogno di trovarsi a condizioni di temperatura e di umidità adeguate Tomàs 3D Cosa intendiamo per polimeri biodegradabili? Ci riferiamo a materie plastiche con presenza di metalli pesanti e derivati petroliferi pressoché assenti. Viene conferito il termine biodegradabile a quei materiali composti da biomasse, nel caso del PLA è l’acido polilattico derivato dal mais. Per biodegradabile non si intende un prodotto facilmente deperibile in condizioni atmosferiche standard, né tantomeno in acqua, bensì in determinate condizioni di umidità e temperatura specifiche Make A Shape Dire biodegradabile in genere se non associato a tempo non dice nulla, perché anche le foglie sono biodegradabili ma non vanno messe nel compost ne domestico ne industriale. Pla usato per i filamenti ce ne sono di milioni di composizioni e di norma se non ci metti niente dentro vale poco sia a livello di resistenza termica che meccanica. Tutto quello che ci si mette compromette la biodegradabilità. Z-Cory – Corinaldesi Abbiamo quindi capito che in condizioni “normali” le vostre statuine o gufetti non si scioglieranno mai sulla scrivania o dentro in un acquario perchè il PLA è un materiale biodegradabile. Guardando anche la scheda di sicurezza di uno dei PLA maggiormente utilizzati dai produttori di filamento per le nostre stampanti 3D, al capitolo 9 si legge chiaramente “Insolubile in acqua”. PLA Ingeo della NatureWorks (USA) Andiamo oltre: Il PLA è stabile a condizioni ambientali standard quali quelle normali di tutti i giorni (20°C). Il PLA si degrada per idrolisi a temperature superiori a 65°C ed umidità superiore al 20%, per cui i tempi di degradazione possono variare notevolmente in relazione alle condizioni ambientali. In condizioni di compostaggio ottimali di 65°C e 95% umidità, quali quelle dei normali compostatori industriali, i manufatti in PLA si degradano in 50 giorni. I tempi si allungano a 120 giorni in un compostatore domestico alla temperatura di 40° Galatea Biotech ATTENZIONE: queste tempistiche dipendono molto dalla grandezza/spessore degli oggetti. Una busta dell’umido non è la stessa cosa di un cubo da 30 mm stampato in PLA Detto ciò è evidente che puoi fare tutti gli oggetti che vuoi in PLA e metterli dentro l’acqua senza timore alcuno. Certo, se la temperatura dell’acqua cresce notevolmente e lo dai in pasto a micro/macro organismi il discorso cambia… Così come la biodegradabilità è fortemente influenzata da eventuali additivi presenti nel materiale. Tutto chiaro? Ottimo, passiamo al secondo punto ovvero Il PLA lo butto nell’umido ? Ed ecco un altro dubbio amletico affiorare prepotentemente. Lo sai vero che per buttare del materiale nel rifiuto organico (o chiamato “umido”), questo deve essere si biodegradabile MA ANCHE compostabile ? Si hai capito bene, il fatto che sia biodegradabile non indica per forza che sia compostabile. Corinaldesi della Keytech prima parla di TEMPI oltre che di ambienti di compostaggio (industriale e non). Vediamo cosa dice la normativa UNI EN 13432 : Una norma comunitaria dell’Unione Europea in materia di “Requisiti per imballaggi recuperabili mediante compostaggio e biodegradazione” (EN 13432) fissa i criteri per cui un materiale sia riconosciuto come compostabile: BIODEGRADABILITÀ: degradazione almeno del 90% in 6 mesi in ambiente aerobico (ambiente ricco di ossigeno); tali valori vanno testati con
Filamento caricato legno – Come stamparlo
Tra i filamenti “esotici”, il PLA legno è sicuramente quello che mi affascina di più. A seconda della marca e della finitura impostata si riescono ad ottenere dei risultati pazzeschi. L’effetto è simile a quello del legno, certo è che la venatura è praticamente impossibile da replicare. Ottima finitura Odora di legno durante la stampa Attento al diametro ugello. NO < 0.4 mm Diverse tonalità disponibili Come si stampa ? Il wood o effetto legno è considerato uno dei materiali rognosi da stampare. Perchè ? Semplice… la carica di polveri di legno tende ad otturare spesso e volentieri il nostro nozzle. Ecco quindi che come prima cosa ti consiglio di non stampare con diametri inferiori a 0.4 mm. Il nostro filamento è stato testato abbondantemente a 0.4 mm e, se usato alla corretta temperatura, non crea fastidiosi problemi di clogging dell’ugello. Se hai bisogno di conoscere qualche dettaglio in più relativo ai nozzle, segui la guida che ho scritto e che puoi scaricare in PDF. Quanto alla temperatura di stampa presta molta attenzione alle indicazioni del produttore. Rispetto ad un PLA classico, se sbagli la temperatura rischi di intasare immediatamente l’ugello. Nulla di irrecuperabile eh, solo una scocciatura smontare e rimontare ! Il piano di stampa riscaldato in questo caso non è fondamentale. Basta un buon vetro con la lacca oppure il Dimafix applicato per garantire una adesione forte e duratura, anche su stampe che durano diverse ore. Che nozzle utilizzo ? Non servono quelli in acciaio, tranquillo… utilizza uno comunissimo in ottone, vedrai che andrà benissimo ! Attento ai dettagli Se la finitura su oggetti grandi è notevole (quasi non si vedono i layers), sugli oggetti un po’ più piccoli purtroppo tende ad impastare e a non evidenziare bene i dettagli. Le botti qui sotto, realizzate come elementi scenici per dei giocatori D&D, sono alte circa 23 mm. Con un PLA normale i dettagli sarebbero sicuramente risultati più evidenti, ma consideriamo anche che stiamo lavorando con tecnologia FDM e non SLA o DLP. Quanto alla risoluzione di stampa, se devi realizzare oggetti con pochi dettagli e principalmente pareti lisce (anche inclinate) abbonda con l’altezza layer. A 0.3 mm, se la macchina è ben calibrata, l’effetto “impastamento” ti aiuterà moltissimo a nascondere l’effetto della stratificazione. Una particolarità di questo tipo di filamento ? Può cambiare tonalità di colore a seconda della temperatura utilizzata. Non tutte le marche di filamento effetto legno hanno questa caratteristica: alcune sono più evidenti, altre meno. Rimanendo nel range di temperatura consigliato dal produttore, prova a variare la temperatura durante la stampa… noterai delle bande più chiare e più scure ! Parlando di post-produzione, il materiale è ben carteggiabile ma tende a sbiancare molto facilmente. Consiglio quindi di lavorare il più possibile ottimizzando i parametri di stampa per arrivare a delle stampe perfette. Inoltre puoi anche provare a dare una mano di impregnante per legno, vedrai che effetto ! Svantaggi Arriviamo alla nota dolente. Oramai, se è da un po’ che stampi in 3D, avrai capito che bisogna sempre considerare i pro e contro di un materiale. Se da un lato è semplicissimo da stampare, presenta una ottima finitura e non warpa dal piano di stampa, di contro devi tenere a mente queste cose: Effetto stringing MOLTO accentuato, preparati a dover aumentare la retraction di qualche mm Filamento con scarse proprietà meccaniche Attento all’umidità Le stampe con i supporti fatti sempre in wood lasciano abbastanza residui Se provi a levigare o rimuovere imperfezioni dalla stampa rimarrà un segno molto più evidente rispetto ad un PLA standard (sbianca) Attento a maneggiare il filamento, è molto fragile e si spezza con facilità Intasa gli ugelli più piccoli di 0.4 mm I prodotti che ti consiglio Di la verità, ti ho fatto crescere un po’ di curiosità nei confronti di questo filamento vero ? Qui sotto trovi i nostri due tipi di filamento che abbiamo a catalogo, entrambi Made in Italy e di ottima qualità. Li utilizziamo in negozio per le produzioni in service e li abbiamo testati con ugelli da 0.4/0.6/0.8 mm . Che aspetti, prova a sentire che odore emette un PLA caricato legno !
Come lisciare oggetti stampati in 3D
Il mondo della Stampa 3D, come hai potuto notare, è davvero vasto. Macchine di ogni tipo, estrusori, filamenti,slicer, additivi, ugelli ecc ecc un mondo vero e proprio! Ma se ti dicessi che, una volta terminata la Stampa 3D ti si aprirà un secondo mondo completamente nuovo? Stiamo parlando della post-produzione degli oggetti, termine compatto che in realtà indica diversi processi che hanno in comune un unico obiettivo: migliorare la resa estetica delle nostre stampe. La stratificazione Il primo pensiero quando hai visto il tuo primo oggetto stampato in 3D con tecnologia FDM è stato sicuramente “ehi… ma queste righine cosa sono? Come posso toglierle?” . Come avrai potuto leggere nel libro che ho scritto, tutti gli oggetti stampati in 3D sono creati strato su strato. Vien da se che una altezza di strato molto bassa permette di rendere meno visibili gli strati. Ma anche volendo, parlando di tecnologia FDM, la stratificazione sarà sempre evidente. La post-produzione ti porta quindi a migliorare a livello estetico la tua stampa semplicemente rendendo la superficie più liscia. Come si fa ? Come ti dicevo prima esistono veramente tanti metodi per migliorare un oggetto. In questo articolo/video analizzeremo una tecnica che presenta un rapporto costi/efficacia/semplicità/tempo idonei anche per un principiante. Ti ci vorrà un po’ di pazienza, manualità e un posto nel quale puoi fare della polvere (evita la cucina e la camera…) La sicurezza prima di tutto Uno degli aspetti maggiormente trascurati dai Makers… la sicurezza sulla postazione di lavoro! Prima di iniziare accertati di avere questi strumenti: Guanti in nitrile – Importantissimi Occhiali protettivi Mascherina di protezione (meglio quelle della 3M come quella nel video) Indumenti che puoi sporcare Area il locale il più possibile Piccola nota sulle mascherine: non bastano quelle semplici da chirurgo per filtrare polveri sottili e gas/solventi. Accertati di utilizzare la mascherina più idonea in base al tipo di lavorazione che stai eseguendo: nel dubbio spendi qualche euro in più e ne prendi una tipo QUESTA oppure QUESTA. Allora come si fa ? Fatte le doverose premesse finalmente ti dirò quali sono le tecniche che potrai utilizzare per rendere il tuo oggetto uno spettacolo: Carta vetrata: il caro e vecchio olio di gomito non lo batte nessuno. Procurati della carta vetrata con grana crescente da 80 fino anche a 2000. Quella da legno/plastica andrà più che bene. Ti sconsiglio l’utilizzo di dremel o levigatrici per il PLA in quanto il calore sviluppato dall’abrasione può arrivare tranquillamente anche oltre i 50°. Stucco: se vuoi il top, procurati dello stucco epossidico bi-componente. Costa qualcosina in più ma tende a non crepare. Se devi fare action figures o modellini statici, puoi utilizzare anche del comunissimo stucco per muro/stucco generico che trovi al Brico a pochissimi euro. Dato che ci sei prendi anche una spatola per stenderlo al meglio. Chi è nel mondo del modellismo saprà inoltre dell’esistenza di prodotti tipo il Putty e Milliput ma avremo modo di analizzarli in uno dei prossimi articoli. Se sei pigro (come me) puoi utilizzare anche dello stucco spray ma è molto meno efficace Pazienza: purtroppo questa non la trovi su Amazon 🙂 Colorazione: essendo plastica (attendo al polimero utilizzato eh…), tutti i tipi di vernici spray o a pennello vanno bene. Certo evita quello a Nitro e preferisci quelli acrilici o a base acqua (meglio ancora). Buona parte del risultato dipenderà sicuramente dalla tua manualità/esperienza, ma ricorda che utilizzare prodotti di qualità ti porteranno ad un risultato migliore. Utilizza se possibile un “aggrappante” o una vernice per il fondo. Incollaggio: qui molto dipende dal materiale che stai utilizzando. Il comunissimo Attak/Bostik presentano dei limiti quando si tratta di incollare PLA. Se devi unire dei pezzi di ABS basterebbe anche dell’acetone. Per il polipropilene ci vuole un collante specifico ecc ecc. Più analizziamo e più vedrai che ci sono casi particolari. Ti consiglio comunque una colla epossidica bi-componente come QUESTA che andrà bene per buona parte degli incollaggi che dovrai fare. Vapori di acetone: per quanto i risultati siano ottimi, questa è una tecnica che non spiegherò in quanto la ritengo molto tossica e pericolosa. Ogni passaggio verrà analizzato nel dettaglio nei prossimi articoli, per ogni sezione (compresa quella della pazienza), c’è molto da scrivere. Alternative più semplici ? Hai poco tempo? Vuoi arrivare ad un risultato più che dignitoso anche con pochissima manualità ? La risposta è 3D Finish della Resin PRO. So già a cosa stai pensando “ecco l’ennesima recensione pilotata ecc ecc”. Per nulla, come potrai notare il prodotto è presente all’interno del nostro shop e sai cosa significa ? Tutto ciò che vendo/vendiamo è materiale che prima di tutto utilizziamo nel nostro lavoro e di conseguenza riteniamo essere ottimo. Il video/articolo ti servirà inoltre per capire come utilizzarla al meglio poichè in commercio esistono già prodotti simili o magari l’hai già acquistata sul nostro Shop o su quello di Resin Pro. Di cosa si tratta? E’ una resina epossidica bi-componente (componente A + B) simile a quella che si utilizza per impregnare il mat nella vetroresina o nella laminazione del carbonio. Prima di spiegarti come si utilizza ti elenco le caratteristiche principali: Elevata viscosità, non cola/gocciola E’ autolivellante ed è riempitiva “quasi” come uno stucco Asciugatura rapida (3h circa a T>20°) Si applica a pennello Quasi del tutto inodore Finitura trasparente lucida (se avete un oggetto colorato sotto, è perfetta) Irrobustisce l’oggetto stampato Arriva in un comodo dispenser salvagoccia Questa resina vi permette di rendere liscia la superficie di un oggetto senza dover necessariamente carteggiare. Va benissimo su PLA, ABS, PETG, HIPS e tutti i loro derivati. Sinceramente non l’ho ancora testato sul nylon ma sarà uno dei miei prossimi obiettivi. Potrai applicare una o più mani fino a quando il risultato non ti aggrada: presta attenzione però… più mani applichi e più spesso sarà lo strato depositato. Il tutto si traduce in un maggior irrobustimento della struttura ma perderai anche i dettagli della stampa. Fai delle prove su uno scarto e dopo un paio di applicazioni capirai subito come dosarla.
Palette 2 – La guida in Italiano
Precedente Successivo Palette 2 / 2 PRO è un dispositivo realizzato dalla Mosaic Manufacturing, come aggiornamento della sua prima versione, Palette 1/ Palette + .Questo dispositivo permette di utilizzare fino a 4 colori e/o materiali differenti tra loro con una stampante a singolo estrusore/nozzle. In questa guida troverai tutto il necessario per poter iniziare ad usare subito Palette 2. La guida è completamente in Italiano e scritta dal team di Help3D. Non possiedi ancora palette? La guida è ottima anche per chi vuole conoscere al meglio Palette prima di acquistarlo. Utilizzando questo form acconsenti al trattamento dei dati inseriti secondo le finalità indicate nella pagina relativa alle Privacy Policy https://www.youtube.com/watch?v=TbFTxfx6TQE