Finalmente Sharebot si affaccia nuovamente nel mercato “consumer” con un prodotto decisamente interessante: Sharebot ONE. Piccola stampante entry level “full optional” che stampa davvero bene: la abbiamo anche messa a confronto con la Ender 3 PRO che avevamo recensito, così potrai capire perchè acquistare una o l’altra stampante. ⚠️ Precisazione: prima di scrivere nei commenti “ehi ma quella è la stampante X e la stampante Y” si lo sappiamo e lo abbiamo ripetuto nel video. Il prodotto è un RE-BRAND da parte di Sharebot quindi questo significa che NON è Made in Italy. ⚠️ Dove la posso comprare? ➡️ Sharebot ONE: https://www.help3d.it/prodotto/sharebot-one/ ➡️ Ender 3 PRO: https://amzn.to/2UkOUtS
Cambio diametro ugello? Tutto quello che devi sapere
https://youtu.be/GXSSnx2mPOY Ne hai sempre sentito parlare ma non hai ancora avuto il coraggio di affrontare la questione. Di cosa sto parlando? Cambiare il diametro del nozzle/ugello. A prima vista può sembrare una delle operazioni più complicate al mondo ma in realtà è di una banalità estrema, seguimi un attimo e vedrai che tutto ti sarà più chiaro. Come cambio il nozzle? Non mi dilungherò più di tanto, in QUESTO video trovi la guida passo-passo che ti porterà a smontare e rimontare correttamente il nozzle sul tuo hotend. Mi raccomando segui le procedura di sicurezza corrette, ugello freddo e stacca la spina della corrente. Saefty First ! Quale diametro scelgo? Il tema di oggi è sicuramente questo: la stampante ti sarà arrivata al 99% con un nozzle/ugello con diametro 0.4 mm. Vero? Se non sei sicuro controlla le specifiche tecniche della macchina o più semplicemente guarda la ghiera di fissaggio, dovrebbe riportare un’incisione con il valore del diametro. Questo diametro è quello che ti permette di ottenere il miglior rapporto velocità di stampa/riproduzione dei particolari. Se vuoi provare diametri differenti ecco alcuni semplici consigli: La risoluzione Attento alla risoluzione di stampa lungo l’asse Z, in QUESTO video ti avevo già spiegato che la massima altezza layer che puoi raggiungere è data dalla dimensione del nozzle che monti. La teorica “migliore” risoluzione massima (o minima dipende dai punti di vista) che puoi raggiungere è pari all’ 80% del diametro dell’ugello: questo significa che se monti uno 0.4 mm allora il tuo spessore layer massimo (o più grezzo) potrà essere di circa 0.32 mm. Se monti uno da 0.8 mm potrai arrivare a depositare layer da ben 0.64 mm. Ma se monto un ugello da 0.2 mm che succede? Semplice… il tuo layer potrà avere uno spessore massimo di 0.16 mm, e così via. Una cosa non cambia però, ed è dove casca generalmente l’asino: utilizzare nozzle più grandi o più piccoli non influenza la possibilità di stampare a layer sottilissimi. Si hai capito bene, anche con un nozzle da 0.8 mm potrai stampare ad una risoluzione in Z pari a 0.05 mm. La minima risoluzione/minimo spessore che puoi raggiungere non è dato dal diametro ugello bensì da altre caratteristiche della macchina, come risoluzione dei motori, passo della vite, qualità dell’estrusore, dal materiale ecc ecc. Nota: non tutti i feeder/estrusori riescono a lavorare con costanza quando si tratta di estrudere piccolissime quantità di materiale (prova a pensare se stampi a layer da 0.05 mm con nozzle da 0.2 mm). Se devi ottimizzare la tua macchina per questo tipo di stampe, prediligi l’utilizzo di gruppi di alimentazione filo con demoltiplica tipo il Wade extruder, Il Bondtech oppure il Dyze Tempi di stampa Diretta conseguenza del punto qui sopra, è che sicuramente noterai una differenza relativa ai tempi di stampa: con ugelli molto grandi dimezzi se non di più i tempi di stampa proprio perchè è possibile lavorare con strati molto più spessi. Vuoi fare un test? Prendi il tuo slicer di riferimento e prova a variare l’altezza degli strati e guarda come varia il tempo calcolato. Certamente questo è un grosso vantaggio ma presto ti accorgerai che ugelli molto grandi vanno bene principalmente per fare oggetti… grandi! Se il tuo obiettivo è risparmiare tempo e non ti interessa molto la finitura in Z del tuo oggetto (effetto “scaletta”), allora utilizza nozzle più grandi possibili. Attento però! Non andare oltre diametri da 1.00 mm se stai usando filamenti da 1.75 mm. Ricorda inoltre che, secondo QUESTO bellissimo studio, si evince come la resistenza di un pezzo stampato dipenda anche dalla risoluzione in Z di quest’ultimo. Layer più “alti” o grezzi, conferiscono al pezzo una maggiore resistenza. Attento alla Extrusion Width Se cambia il diametro dell’ugello, cambia necessariamente la Extrusion Width o larghezza di estrusione. Ricordi? Ne ho parlato approfonditamente in QUESTO video e pure in QUESTO video. Nel 2015 lo avevo già accennato anche in QUESTO articolo. Guardali con calma, sicuramente ti saranno utili per comprendere al meglio questo articolo. Tornando alla Extrusion Width o banalmente abbreviata con EW, sappi che è il primissimo valore che dovrai cambiare all’interno del tuo slicer. Ricorda sempre la regola (ove possibile) di aggiungere il 20% circa al diametro, per calcolare la EW di partenza per poi effettuare le calibrazioni di rito (thin wall test ecc ecc, tutte cose che sono presenti nei link qui sopra). Se monti un nozzle da 0.8 mm potrai arrivare anche a 0.96 mm ma fai attenzione… più avanti nell’articolo ti spiegherò un segreto che non è ancora stato inserito nei miei video già pubblicati. Riprendendo in parte il discorso dei tempi di stampa, ti apparirà subito chiaro allora che la velocità non dipenda solo da quanto spesso è uno strato ma anche da quanto è larga la nostra estrusione. Prova a pensare a questa situazione: hai montato un ugello da 0.4 mm e stai lavorando con una EW calibrata perfettamente a 0.45 mm. Se nella tua stampa hai impostato 4 loop/perimetri vuol dire che dovresti ottenere una parete di circa 1,8 mm. Bene, prova a pensare ora di utilizzare un ugello da 0.8 mm con una EW impostata (per esempio) a 0.9 mm: 4 loop da 0.9 mm di larghezza vogliono dire ben 3.6 mm di parete! Quindi se il nostro obiettivo è di avere comunque una parete di 1,8 mm ci basteranno semplicemente n° 2 loop. Risultato? Meno tempo impiegato dalla stampante per costruire lo stesso oggetto. Immagina poi il riempimento/infill del nostro oggetto, quanto più resistente sarà dato che utilizzeremo una larghezza di estrusione così abbondante? Mentre se utilizzi un nozzle da 0.2 mm impostato (per esempio) con una EW a 0.25, quanti loop dovrai fare per raggiungere gli 1,8 mm di prima? Almeno 7… Giunto fino a qui avrai appreso che nozzle più grande = stampe veloci e più resistenti. Maggiore è la EW migliore sarà il bonding (la fusione) tra uno strato e l’altro. Nulla da dire, riassunto perfetto. Ma gli svantaggi? I dettagli contano Proprio a causa
Palette 2 by Mosaic – Quale scegliere ?
[spb_column width=”1/2″ el_position=”first”] [spb_text_block title=”Come funziona?” pb_margin_bottom=”yes” pb_border_bottom=”yes” width=”1/1″ el_position=”first last”] Detta in soldoni? Trasforma una stampante 3D mono ugello in una con 4 ugelli “virtuali”. Grazie all’unione di più spezzoni di filamento (colorati o non), si potranno creare oggetti che fino a prima necessitavano di una stampante multi estrusore. Pensiamo banalmente ai supporti di stampa, fastidiosissimi da rimuovere vero? Ora con questo sistema potremo utilizzare i supporti di tipo solubile e realizzare finalmente stampe complicate anche in FDM. Non c’è da temere, i ragazzi della Mosaic hanno fatto davvero un gran lavoro. Forti del successo di Palette+, con il nuovo Palette 2/PRO si sono superati e sono riusciti a confezionare un prodotto davvero semplice da utilizzare e configurare. La prima domanda che ti sarai fatto è : “Ma mi tocca utilizzare il loro software…” , assolutamente no! Lo slicing del pezzo potrà essere fatto con uno qualsiasi degli slicer in commercio (configurati come da questa GUIDA ) . I passaggi sono quindi i seguenti: Caricamento e slice del pezzo con lo slicer preferito Esportazione file Gcode Importazione nel software CHROMA per la generazione delle transizioni colore e splice del filamento Stop, il tuo file gcode verrà toccato SOLO per l’inserzione di codice aggiuntivo, non noterai alcuna differenza sull’oggetto stampato [/spb_text_block] [/spb_column] [spb_column width=”1/2″ el_position=”last”] [spb_text_block title=”Quanti colori/materiali posso utilizzare?” pb_margin_bottom=”yes” pb_border_bottom=”yes” width=”1/1″ el_position=”first last”] La cosa bella di Palette 2 è che non limita la realizzazione a soli oggetti multicolore, bensì apre le porte anche ad oggetti multi-materiale. Come è possibile vedere dalla tabella qui sopra, Palette è già stato testato per l’unione mista di filamenti come PLA, PETG, ABS, TPU, PVA, HIPS. Tramite questa GUIDA è possibile anche creare la propria combinazione personalizzata se per caso la marca di filamento non dovesse comparire tra quelle che utilizzate. [/spb_text_block] [/spb_column] [spb_column width=”1/2″ el_position=”first”] [spb_text_block pb_margin_bottom=”no” pb_border_bottom=”no” width=”1/1″ el_position=”first last”] Canvas, Canvas Hub, Chroma… che è tutta questa roba? Nulla di preoccupante, ti aiuterò a capire meglio cosa sono in meno di 5 minuti: Canvas è il loro software di Slicing ottimizzato per la stampa multicolore. Questo significa che passando tramite questo software dovrete rivedere i vostri profili di stampa ma oggettivamente ne vale la pena. Perchè? Perchè è stato concepito proprio per creare dei tracciati di lavoro che permettono la generazione minima della torre di spurgo (quando si cambia colore/materiale). E’ completamente CLOUD BASED quindi fate attenzione ad avere una buona connessione ad internet: attualmente è in una fase di testing avanzato, presenta ancora qualche bug ma tutto sommato per oggetti non molto complicati si può utilizzare. Chroma è invece il software (windows, linux,mac) che si può scaricare e far girare in locale. Nota bene, NON è uno slicer ! Il suo compito è quello di prendere il tuo gcode generato con (esempio) Simplify 3D, importarlo, gestire in quali parti volete che vada un determinato colore e poi alla fine esporterà un nuovo file gcode con del codice inserito in precisi punti (per la rilevazione dei ping e il cambio colore) Canvas Hub è invece un dispositivo composto da un Raspberry Pi Zero e un box di contenimento molto carino. Al suo interno gira una versione custom di Octoprint con tutti i plug-in di Palette 2. Qual è il suo compito? Semplicemente monitorare la sincronizzazione tra quanto è stato stampato e confrontarlo con la quantità di materiale prodotta. Quando si stampa dall’hub, la stampante è fisicamente collegata al Raspberry così come anche il Palette (connected mode). Tale dispositivo non è necessario, infatti Palette è possibile utilizzarlo anche in modalità “stand alone” senza doverlo collegare alla stampante (accessory mode). Per i più smanettoni è possibile seguire QUESTA guida per poter creare in autonomia il proprio Hub ! [/spb_text_block] [/spb_column] [spb_column width=”1/2″ el_position=”last”] [spb_text_block pb_margin_bottom=”no” pb_border_bottom=”no” width=”1/1″ el_position=”first last”] Cosa cambia tra i vari modelli? La macchina di base è la stessa, cambiano due cose: il colore (bianco per la standard e nero per la PRO) e l’unità riscaldante (core). Sulla standard è in plastica nella PRO è full metal. Quali sono i vantaggi della PRO quindi? Maggior durata del core di slicing Garanzia 24 mesi o fino a 50.000 splice (per la standard sono 9 mesi di garanzia o fino a 25.000 splice) Maggiore velocità in fase di preparazione filamento Kit di ricambi come sensori fine corsa, lame di taglio, tubi in teflon per il core ecc ecc (kit NON presente nella standard) Per il resto sono identiche e funzionano allo stesso modo. [/spb_text_block] [/spb_column] [divider type=”dotted” text=”Go to top” full_width=”no” width=”1/1″ el_position=”first last”] [spb_column width=”1/3″ el_position=”first”] [impact_text include_button=”yes” button_style=”standard” title=”Compra Palette 2 PRO” href=”https://www.help3d.it/prodotto/palette-2-pro-mosaic/” color=”accent” size=”large” type=”squarearrow” target=”_self” position=”cta_align_bottom” alt_background=”none” width=”1/1″ el_position=”first last”] [/impact_text] [/spb_column] [spb_column width=”1/3″] [impact_text include_button=”yes” button_style=”standard” title=”Compra Palette 2 Standard” href=”https://www.help3d.it/prodotto/palette-2-mosaic/” color=”accent” size=”large” type=”squarearrow” target=”_self” position=”cta_align_bottom” alt_background=”none” width=”1/1″ el_position=”first last”] [/impact_text] [/spb_column] [spb_column width=”1/3″ el_position=”last”] [impact_text include_button=”yes” button_style=”standard” title=”Compra Canvas Hub” href=”https://www.help3d.it/prodotto/canvas-hub-mosaic/” color=”accent” size=”large” type=”squarearrow” target=”_self” position=”cta_align_bottom” alt_background=”none” width=”1/1″ el_position=”first last”] [/impact_text] [/spb_column]
Solidworks gratuito per Makers? Ecco come fare nel 2021
Solidworks è un programma di modellazione 3D parametrico molto utilizzato nel mondo professionale. Dassault finalmente si è sbilanciata nel rilasciare, come Autodesk Fusion 360, una licenza per “Makers” valida per un anno gratuitamente. Come fare per attivarla? Andate su questo link: www.solidworks.com/edu-maker-download Usate questo codice: 921MAKER E vi arriverà una bella licenza sulla casella di posta! Vale anche per la versione 2020/2021, ma ricordiamo che si tratta della versione “Student” del programma. Avrà anche qualche funzione in meno rispetto alla standard ma… per un privato/hobbysta è più che sufficiente!