E’ quasi passato un anno da quando Bambu Lab ha fatto capolino nel mondo della stampa 3D (i primi video pubblicati risalgono ad Aprile 2022) e di certo non è entrata in punta di piedi. Anzi oserei dire che ha proprio scosso tutto l’ambiente della stampa 3D a livello mondiale, nel bene e nel male. Sono partiti a Giugno 2022 con una campagna Kickstarter di successo conclusa con svariati milioni di $ incassati e più di 5.000 unità vendute con una consegna prevista tra luglio e settembre sempre del 2022. Un dato che, statisticamente, non viene mai rispettato nei Kickstarter che solitamente accumulano sempre ritardi di qualche mese/anni. Contro ogni previsione invece hanno consegnato tutto in tempo, sintomo che non avevano poi così bisogno di un Kickstarter dato che il materiale era già pronto a magazzino o quantomeno in fase finale. Solitamente progetti del genere si finanziano prima per procedere con la progettazione e produzione successive invece Bambu Lab è arrivata con i compiti già fatti e attendeva solo di vendere e incassare. Ma la svolta è arrivata qualche mese dopo le prime consegne, circa verso Novembre/Dicembre 2022 dove c’è stata la vera esplosione di richieste di questa stampante da parte di tutti gli utilizzatori sparsi nel mondo. C’è stato un momento nel quale veramente la gente nei vari forum/gruppi diceva: “Se non hai una Bambu sei fuori, devi comprarla assolutamente, vendi quel carrettone di Prusa che ti ritrovi”. E tutto il resto improvvisamente è diventato cacca/obsoleto e da evitare come la peste, con annessi flame / fanboy sfegatati con coltello tra i denti pronti a difendere Bambu Lab in tutto e per tutto, quando fino a 5 minuti prima avevano alle spalle 20 Prusa che gli hanno permesso di vivere e lavorare negli ultimi anni. Seguo la stampa 3D da più di 10 anni e mai come questa volta ho odiato un “Hype” relativo ad una nuova stampante 3D, ribadisco non è colpa di Bambu Lab ma di tutto il contorno che involontariamente si è creato. Questo Hype non si sgonfia perchè effettivamente questa stampante 3D, in particolare la X1C oggetto di questa recensione, ha davvero dato una scossa al mondo della stampa 3D ormai trainata dalle solite uscite CTRL-C / CTRL – V (copia/incolla ndr) e con nessuno spunto degno di nota. Bambu Lab se ne è uscita in un colpo solo con: Sei interessato ad acquistare una stampante Bambu Lab ? 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Ma non è tutto… forti di questo boom atomico a Novembre 2022 hanno anche fatto uscire una versione economica la P1P che altro non è che una X1C con qualche accessorio in meno per farla costare sotto i 1.000€. Con questo asso di coppe hanno chiuso la partita e hanno iniziato a rastrellare due mercati contemporaneamente: con la X1C quello “prosumer” di chi lavora con service e con la P1P è entrata ancor più nel mercato consumer/casalingo salvo poi capire che la P1P fa gola anche a chi fa service di solo PLA. E via ancora migliaia di unità vendute, il tutto in meno di 6 mesi che è ufficialmente sul mercato. Come mai è così speciale questa stampante ? Perché ha stregato così tanto tutta la community creando un polverone assurdo ? Semplice: quando abbini un Marketing aggressivo ad un prodotto che fa (quasi) il suo dovere e lo vendi sotto prezzo rispetto al mercato il gioco è fatto. Solo che poi bisogna fare i conti con l’assistenza, i problemi e i ricambi cosa che probabilmente Bambu Lab non ha messo in conto o che probabilmente ha sottostimato pensando di vendere meno unità inizialmente. Parliamo un po’ di questa benedetta stampante ? UNBOXING Già da come è organizzato il packaging, nel mio caso parlo della X1C Combo con AMS, si capisce subito che è una stampante nata con l’intento di essere prodotta in moltissime unità cercando di contenere il più possibile i costi e gli sprechi. Lo scatolone è ridotto all’osso, trovo forse l’imballo un po’ troppo leggero se rapportato al peso della stampante (non pesantissima ma nemmeno una piuma) ma devo dire che la mia unità è arrivata senza alcun tipo di problema. Ci sono però parecchie segnalazioni di stampanti arrivate completamente piegate o con i vetri rotti (la scocca è vetro e alluminio), nulla di nuovo in realtà poiché ho visto stampanti consegnate su bancale arrivare piegate comunque. Molto dipende dal corriere ma un filo di imballo protettivo in più lo avrei aggiunto. L’interno della stampante è stato progettato anche per ospitare tutto il resto del materiale/accessori e l’AMS in particolare: appena arrivata in negozio mi sono detto “ecco si sono dimenticati di spedirmi l’AMS” ma in realtà è tutto contenuto all’interno della stampante, tutto incastrato quasi come un tetris. Ed ecco spiegato molto probabilmente il perchè l’AMS non è stato realizzato di dimensioni più generose per ospitare bobine di formato più grande… semplicemente non ci sarebbe più stato dentro ! Un piccolo manuale spiega poi quali viti rimuovere per sbloccare il piano di stampa ed altre sicure messe appunto per evitare problemi in fase di spedizione. Nulla da segnalare in questo passaggio anche perchè tutte le viti sono indicate da una bella freccia rossa ed è impossibile sbagliare (e si usa la chiave a brugola in dotazione). Completano il kit poi un hotend di scorta (senza termistore e resistenza), dei ricambi per il teflon di pulizia ugello, un paio di piani adesivi di ricambio, della colla per il piano e qualche altro pezzettino che serve poi