Nel “lontano” 2017 avevamo già preso in considerazione IDEAMAKER in una comparison tra slicer. Allora era molto più acerbo ma oggi… è decisamente lo slicer migliore sulla piazza ! Simplify 3D, a meno di una nuova e SOSTANZIOSA release è destinato a rimanere al palo. Perchè ? Ideamaker offre MOLTE più funzionalità, lavora EGREGIAMENTE e… è GRATUITO ! Se te lo stai già chiedendo, SI è possibile configurarlo con QUALSIASI stampante 🙂 Questo è il primo video introduttivo, nei prossimi due spiegheremo come impostare da zero un profilo per la stampante ! DOWNLOAD: https://www.raise3d.com/ideamaker/ MANUALE: https://support.raise3d.com/tree.html?cid=15 COMPRA UNA RAISE: https://www.help3d.it/raise-3d-stampanti-professionali/ PROFILI PER ARTILLERY X1 E GENIUS: https://bit.ly/profili-ideamaker-artillery-x1
Scopriamo la nuova Snapmaker 2.0
E’ ARRIVATA LA NUOVA SNAPMAKER 2.0 ! La versione 2.0 non sarà disponibile prima di Ottobre/Novembre. Sei comunque interessato al prodotto e vorresti essere ricontattato non appena sarà disponibile sul nostro shop ? Attenzione: NON è una prevendita e non ti legherà in alcun modo ad un futuro acquisto.
Artillery Sidewinder X1 – La recensione
Tabella dei Contenuti Download profili IDEAMAKER Download profili PRUSA SLICER 2.5 Download firmware Introduzione Ogni giorno escono sempre nuovi modelli, sempre più facili da montare e con costi del tutto abbordabili. In questi ultimi 6/8 mesi (data dell’articolo giugno 2020…) si è fatto avanti con prepotenza un nuovo brand di stampanti 3D, la Artillery. Attualmente hanno una diffusione pari a quella delle Creality Ender 3 quando sono uscite, il produttore ha a catalogo due modelli che si differenziano principalmente per le dimensioni di stampa: Artillery Sidewinder X1 – 300X300X400 mm Artillery Genius – 220X220X250 mm Nella recensione di quest’oggi analizzeremo la “sorellona” più grande, per la Genius i test sono in corso e arriverà anche una sua recensione. Comprala su GEARBEST Comprala su AMAZON Struttura/Telaio/Montaggio Di tutti i kit che abbiamo preso in esame in questi anni, questi Artillery sono davvero “Ready To Run” ovvero talmente tanto pre-assemblati che hanno ridotto il montaggio della struttura a sole 4 viti. Per chi è alle prime armi sono una manna dal cielo ma in realtà, anche per chi ha già una discreta esperienza che si ritroverà a dire: “beh tutto qui ?”. Per montarla ci vogliono 20 minuti scarsi, probabilmente è più il tempo dell’unboxing che il montaggio vero ! E’ una stampante di medie dimensioni con un asse Z da 400 che la rende abbastanza versatile. I più smaliziati hanno puntato il dito subito sulla poca rigidezza del montaggio dell’asse X sulla base: effettivamente se sollecitato facendo leva in alto si flette, ma in realtà nei nostri test (eseguiti dal Piraz) non abbiamo riscontrato alcun tipo di problema. C’è chi si è adoperato per mettere dei tiranti e irrigidirla ma… è un’operazione che non riteniamo fondamentale, anche a tutta estensione della Z non abbiamo notato fenomeni di oscillazione sulla stampa. Lo scorrimento degli assi è affidato alle classiche ruote gommate che scorrono su binario V-slot, soluzione ormai adottata dal 90% delle stampanti di fascia economica. Costano poco, richiedono poca manutenzione e sono molto silenziose. Sulla nostra stampante non abbiamo rilevato gommini danneggiati o ovalizzati, tutto nella norma. Completano il quadro delle classiche cinghie GT2 e delle pulegge, curiosamente, di colore nero. Degno di nota è il sistema di “Anti Wobbling” che hanno implementato: la chiocciola delle viti trapezie è praticamente libera di muoversi mentre la barra è fissata in testa con un cuscinetto. In questo modo si limita moltissimo il fenomeno del wobbling e dobbiamo dire che anche su stampe oltre i 30 cm non ha battuto ciglio, pareti perfette. Per la movimentazione della Z hanno optato per un doppio motore e una cinghia + puleggia che collega le due estremità superiori delle barre filettate. In questo modo si evitano i classici disallineamenti dei motori che sono abbastanza fastidiosi. Ci sarebbe voluto anche un piccolo tendicinghia regolabile, ma in realtà non c’è un grandissimo bisogno in quanto la cinghia serve solo per evitare che i due motori vadano fuori sincronia. Pochissime parti in plastica, quasi tutto metallo/lamiera piegata. Nessun componente stampato in 3D è applicato sulla stampante. Elettronica Tutta l’elettronica risiede nel basamento inferiore, c’è ampio spazio tra un componente e l’altro e la gestione del cablaggio è fatta discretamente bene (sempre rapportato al costo della stampante…). Monta una scheda MakerBase Gen L (praticamente una Ramps 1.4) con microcontrollore ATMEGA 2560 (quindi a 8 bit classica) e 5 driver di tipo silenzioso. Sembrano dei TMC ma la dicitura sul chip non riporta quel modello… Ad ogni modo non sono collegati in UART e quindi si utilizzano come un classico driver solo che lavorano in modalità “silente” in Stealthchop, il microstepping è invece 1/16 interpolato a 1/256. Lo schermo touch è un simil-MkBase, grafica terrificante e usabilità pessima. Utilizzatelo solo per mettere in stampa o pre-riscaldare la stampante/caricare il filo. Stiamo comunque lavorando (in realtà nel video stiamo proprio utilizzando un nostro firmware custom) ad una interfaccia custom con nuovi comandi che possano comunicare con l’ultimo Marlin uscito (2.0.5.3 e successive). I file possono essere caricati tramite micro SD oppure pennetta USB. Nel menù compare la voce WIFI ma in realtà non è attivabile (non è presente il modulo…) La versione che ci è arrivata è la V4 e si nota in particolare per la presenza del tasto reset accanto allo schermo LCD. Se volete scoprire che cosa differenzia le varie versioni, qui trovate un bell’articolo (lingua inglese). Croce e delizia di entrambi i modelli Artillery sono i cablaggi esterni, quelli che collegano i vari motori e sensori al di fuori del basamento. Di solito siamo abituati a vedere mille cavi a penzoloni, fascette ovunque o catene portacavi stampate in 3D: con Artillery vi dimenticate tutto questo perchè hanno deciso di utilizzare dei cavi FLAT per gestire tutte le connessioni. Fanno davvero un’ottima figura e rendono la stampante bella a vedersi, bisogna però stare molto attenti ad inserirli correttamente. Se inseriti male potrebbero portare a falsi contatti o se inseriti con troppa forza potrebbero danneggiare il connettore lato PCB oppure il flat stesso: quello che collega il motore di estrusione ci è sembrato il più sollecitato in fase di movimentazione assi, consigliamo di stampare uno dei numerosi upgrade che si trovano in rete, come questo. Ad un primo impatto abbiamo sorriso, sembravano quasi un giocattolo ma a posteriori abbiamo dovuto ricrederci ed ammettere l’estrema comodità della soluzione adottata. I problemi nascono quando si vogliono fare degli “esperimenti” e collegare altri sensori… con il flat abbiamo le mani legate. Per i fine corsa hanno adottato quelli di tipo induttivo, non hanno la classica levetta ma “sentono” il metallo della struttura. Soluzione decisamente più raffinata rispetto ai classici microswitch economici. L’altro sensore presente è quello del filamento, visibile in alto nei pressi del caricamento bobina: non è dotato di encoder ma è un sensore che rileva o meno la presenza del filamento, se si blocca la bobina o si intasa il nozzle non lo rileva. L’alimentatore è a 24V e serve per alimentare principalmente la scheda,ventole, l’LCD e il riscaldatore dell’hotend. La potenza
Come modellare un cavalletto ALZAMOTO in Fusion 360
Come modellare un cavalletto ALZAMOTO in Fusion 360 Riprendiamo il corso di Fusion 360 con un interessantissimo esercizio (veloce) che vi illustrerà come utilizzare al meglio il comando PIPE per realizzare dei tubi piegati. DOWNLOAD ESERCIZIO: https://bit.ly/alzamoto-download-fusion360 In questo esempio è stato presa in esame una richiesta di un nostro Patrons e ci abbiamo realizzato anche un video ! L’oggetto in questione è un cavalletto alzamoto (supermotard, cross, pitbike, scooter) che doveva essere stampato in 3D in miniatura. Pochi e semplici passaggi per creare una forma che, all’inizio, potrebbe impaurire molti ! 🎥 Segui tutta la serie dei video qui : http://bit.ly/esegui-la-playlist 💥 PER VEDERE TUTTE LE PUNTATE IN ANTEPRIMA: http://bit.ly/corso-fusion-360 Vuoi sapere che mouse utilizzo per disegnare ? 🛒 Logitech M720 : https://amzn.to/2EutPDF 🛒 Space Mouse cablato : https://amzn.to/2Mb0kuO 🛒 Space Mouse Wireless : https://amzn.to/36Ou9ZT
Anycubic Predator Delta – Che spettacolo !
Tabella dei Contenuti Introduzione Quando sentiamo parlare di stampanti di tipo Delta ci vengono i brividi, o meglio… vengono al Piraz ! Eh si perchè, come ben sapete, calibrare e mettere a punto una Delta appena assemblata non è per nulla facile. Molti infatti, rapiti dalla bellezza dei 3 assi in movimento, l’hanno scelta come primissima stampante. Come si dice in ambito informatico “Fatal Error”, in molti alla fine desistono e la buttano, vendono o la lasciano a prender polvere. Ci siamo dovuti ricredere ampiamente con la Anycubic Predator, una Delta GIGANTESCA (370X455 h mm) venduta in kit e pronta all’uso in meno di un’ora. Per questa recensione dobbiamo ringraziare Paolo (un nostro corsista) che ci ha lasciato la sua stampante per poter essere montata e recensita ! Comprala su GEARBEST Comprala su AMAZON Struttura/Telaio/Montaggio Per sollevare il pacco meglio essere in due (20 kg circa) , è davvero pesante ! D’altronde la struttura, una volta assemblata, è davvero grande e necessita di un bel po’ di spazio; fate attenzione se la appoggiate su un tavolo/banco, a metterla ad una altezza alla quale sia possibile accedere allo schermo touch senza diventare delle giraffe tirando il collo ogni volta. La struttura è MOLTO semplice da montare, è quasi tutto pre-assemblato e ci ritroveremo ad avvitare le 3 Tower (già assemblate anche loro) alla parte alta della stampante che contiene l’elettronica e poi alla parte bassa sulla quale è avvitato il piano riscaldato. 24 viti in tutto e passa la paura. Finiture decisamente buone, i profilati sono tagliati bene e non presentano bave di lavorazione. Stupendi inoltre gli angolari in alluminio anodizzato e la lamiera piegata del contenitore superiore è ben rifinita. L’impressione una volta montata è di qualcosa di veramente solido e per nulla “ballerino”, per 450€ difficile trovare di meglio… Le tower non sono altro dei profilati cavi all’interno dei quali scorrono i carrelli dei 3 assi: la movimentazione è affidata ad una cinghia classica GT2 mossa da un motore Nema 17 in alto, mentre nella parte bassa si trova un comodissimo tendicinghia. Piccola nota: sicuramente le cinghie saranno da tensionare e per sicurezza smontate anche la placca di alluminio che nasconde i grani di fissaggio della puleggia, e controllate che siano ben serrati. Le rod/aste sono in carbonio (ce ne sono 2 di scorta) e sono già assemblate con i relativi fisheye: una volta montate, le nostre, non presentano giochi ma bisogna vedere alla lunga dopo molte ore di stampa come si comporteranno. Lo scorrimento degli assi avviene su rotelle gommate appoggiate all’interno del profilato cavo, fondamentalmente è la stessa soluzione adottata dalla stragrande maggioranza delle stampanti economiche attuali (vedi Ender 3, U30 PRO e similari…) Elettronica Aprendo il “cofano” superiore di plexiglas ci troviamo di fronte ad un vano elettronica ben organizzato e pulito. Il cuore di tutto, la scheda madre, è una Trigorilla Pro 32Bit basata su processore ARM Cortex M3 a 72 Mhz, più che sufficiente per poter effettuare in scioltezza tutti i complessi calcoli della cinematica di tipo Delta. A questa è collegato un display touch screen (molto responsive) con una grafica semplice da leggere, funzionale ma… un po’ anni 90. L’importante è che funzioni alla fine ! I driver sono saldati sulla scheda e sono i “vecchi” A4988 e quindi non sono quelli silenziosi: ad ogni modo non è così troppo rumorosa, le ventole si sentono poco e il ronzio predominante è quello dei motori. In rete esistono delle guide che spiegano come dissaldare i driver per mettere poi i nuovi TMC, procedura assolutamente non consigliata a chi non è pratico di saldatura ! L’alimentatore è da 24V ed eroga circa 1000W, più che adeguato visto il generoso piano di stampa da alimentare. A tal proposito, per evitare di friggere i Mosfet integrati della scheda, hanno installano un Mosfet raffreddato esterno che va a pilotare il piano di stampa. Completano il corredo elettronico 3 bei sensori ottici di fine corsa (non i classici con levetta), un sensore del filamento e un sensore per il livellamento del piano ( ma su questo ci torniamo più tardi). Hotend/Estrusore/Piano di stampa Le tre molle lunghissime contenute nel kit servono per tenere sospeso il motore del feeder senza gravare con il peso sull’effector . Il caricamento è da considerarsi di tipo bowden, anche se in realtà il tratto di PTFE è molto ridotto: il feeder è un Titan con una piccola motoriduzione, molto performante ma… è tutto in plastica. Non ispira moltissima fiducia e infatti in molti hanno lamentato la rottura della sede del cuscinetto spingifilo, fate attenzione quindi a non tirare troppo il precarico della molla. Sull’effector, in alluminio anodizzato, sono montate 3 ventole 2 delle quali soffiano sul pezzo e una è dedicata a raffreddare il dissipatore alettato. Il gruppo hotend, alimentato anch’esso a 24 V, prevede un clone E3D (sembra un V6) con integrato all’interno il tubo in PTFE nella parte terminale. All’interno del kit ne trovate uno di scorta completo più altri 4 nozzle di ricambio e degli aghi per la pulizia. Hotend più che dignitoso per trattare materiali che estrudono fino a 260°, oltre bisogna passare ad un all metal. Per livellare il piano di stampa di una delta si agisce al contrario rispetto ad una cartesiana. Mentre di solito si è abituati ad agire sulle molle sotto al piano di stampa, con le delta il piano è FISSO e tutte le regolazione vanno fatte mettendo mano al RADIUS, ROD LENGHT e un altro paio di parametri che vi faranno impazzire. A meno che non abbiate un sensore di livellamento integrato: per gli utenti “skillati” (a livello hardcore) il livellamento si fa senza sensori, per chi vuole una delta pronta in 5 minuti e con un ottimo risultato la Predator è un’ottima scelta. Dopo aver semplicemente regolato lo Z offset con foglio di carta (e modificabile in stampa tramite babystepping) si deve collegare il sensore di livellamento sotto all’hot end (è magnetico e si attacca da solo) per far partire la routine
Alfawise U30 PRO meglio della Creality Ender 3 PRO ? Scopriamolo
Tabella dei Contenuti Introduzione Negli ultimi anni c’è stato un ulteriore boom legato alle stampanti 3D economiche in parte grazie anche a prodotti come la Alfawise U30 PRO e la Creality Ender 3 PRO. L’apripista è stata proprio la Ender 3 (versione PRO e non) ad uscire nel 2018 e poi a ruota, nel 2019, è uscita la U30 PRO. Mentre la prima l’avevamo già recensita tempo addietro, resta da recensire l’ Alfawise… chi vincerà secondo te ? Per questa recensione dobbiamo ringraziare un nostro Patrons che gentilmente ci ha inviato la sua stampante ancora inscatolata, in modo tale che noi potessimo testarla e recensirla. Grazie a Capitombo Gabbiano ! Comprala su GEARBEST Comprala su AMAZON Struttura/Telaio/Montaggio Nulla di nuovo, sempre i soliti profilati da assemblare con viti a brugola e pochissimi pezzi presenti nella scatola. La base arriva assemblata meglio rispetto alla Ender 3 PRO ma una volta montate condividono la stessa identica rigidezza. Cerca solo di montarla con un minimo di accortezza… non stringere “a morte” tutte le viti subito, prima assemblala tutta e poi una volta verificato che l’asse Z scorre correttamente allora inizi a serrare bene tutte le viti. Stringi anche quelle che sono arrivate avvitate, sicuramente avranno ancora qualche giro disponibile ! Lo scorrimento avviene sempre sui soliti cuscinetti+gommini, fate attenzione a regolare bene gli eccentrici in modo tale da non avere gioco sugli assi di scorrimento. La U30 PRO ci è sembrata un po’ più bassa a livello qualitativo nelle lamiere piegate dell’asse Z e del carrello dell’estrusore ma alla fine si equivalgono. La vite in Z, la chiocciola, i motori e i cuscinetti sono uguali su entrambe le macchine. Piccola nota: se siete alle prime armi e non avete mai montato una stampante, seguite la guida contenuta nella SD CARD e non quella rapida che non è molto chiara. Per chi è già più esperto si monta come al solito in 40 minuti massimo e a nostro parere anche più velocemente di una Ender 3. Elettronica Qui vince a mani basse la Afawise U30 PRO, fondamentalmente è una “evoluzione” della Ender 3 PRO e non a caso la nuova Ender 3 V2 in uscita a Luglio 2020 sarà praticamente una U30 PRO come feature adottate… Partendo dalla scheda, come prima cosa la U30 PRO monta driver rimovibili di tipo TMC (quelli super silenziosi per intenderci) e una scheda basata su ATMEGA 2560. Questo cosa vuol dire ? Se si brucia un driver non devi cambiare scheda ma soprattutto ha il doppio della memoria rispetto all’ ATMEGA 1284p che monta la Ender 3 PRO di default. Monta Marlin 1.1.9 come firmware e l’interfaccia TOUCH SCREEN (aggiornabile e customizzabile) è davvero ben curata e reattiva. Per quanto poco si utilizzi lo schermo alla fine tutto è disponibile in una schermata, inoltre è ben implementato un sistema di livellamento del bed tramite touch screen (muove il nozzle in più punti) e una routine di carico e scarico filamento. Cose NON presenti sulla Ender 3 PRO ma implementabili a parte. L’alimentazione è sempre a 24 V ma con un alimentatore di qualità inferiore rispetto al MeanWell della Creality. Peccato per la ventola molto rumorosa della Alfawise che raffredda l’elettronica, una volta sostituita con una Noctua (o similare) sembrerà di non averla in laboratorio. Vince invece la Creality in quanto a passaggio dei cavi, le calze risultano molto più ordinate e “professionali” rispetto ai tubi corrugati in plastica della U30 PRO Hotend/Estrusore/Piano di stampa Entrambe montano lo stesso identico sistema bowden. Il feeder è in plastica su tutte e due mentre l’hotend è proprio identico. Attenzione quindi a fare la modifica all’hotend per evitare che, alla lunga, l’attacco rapido vada a mangiare il tubo in teflon causando poi un “lasco” nel teflon stesso. Il nozzle è differente e presumiamo dipenda anche dai lotti di produzione, nella U30 PRO in esame abbiamo trovato un nozzle migliore rispetto alla Creality. Il filetto è comunque un 6 mm quindi compatibile con nozzle E3D oppure MK8. Sensore del filamento: la U30 PRO lo monta di serie, è molto piccolo e ben integrato. Funziona abbastanza bene, ci è capitato in alcuni casi di avere problemi con i filamenti trasparenti ma è comunque un interessante optional da avere installato. Finire il filo quando non si è accanto alla stampante non è mai una bella cosa ! Il piano di stampa della U30 PRO è un classico vetro + tappetino incollato (simil Buildtak) che si aggancia con delle mollettine su un piano riscaldato in alluminio. Ci è piaciuto molto di più rispetto a quello magnetico dello Ender 3 PRO e non soffre del problema di “piano concavo/piano convesso”. Essendo poi un vetro, se ti stufi della pellicola applicata o la rovini puoi sempre rimuoverla e utilizzare vetro + lacca (o altri additivi). Il riscaldamento è abbastanza rapido e uniforme. Il volume di stampa utilizzabile è lo stesso su entrambe. NON SERVE IL BLTOUCH o similari… se vuoi evitarti grossi grattacapi NON installare un sensore di autolivellamento, su queste dimensioni non ha senso e non è necessario ! Conclusioni Le due stampanti si trovano circa allo stesso prezzo, di solito Ender 3 PRO è leggermente più cara rispetto alla U30 PRO. In quanto a qualità di stampa siamo allo stesso IDENTICO livello, nessuna delle due batte l’altra. Perchè allora la U30 PRO ? Di certo non per il touch screen, è un bellissimo plus ma non deve essere questo a convincerti… Piuttosto valuta che già di base la U30 PRO monta driver SILENZIOSI e una scheda con memoria doppia e sensore di filamento. Oltre al fatto che si trova a qualche euro in meno (idem vale per i cloni della LONGER LK4 e similari). Esteticamente è più bella la Ender 3 PRO (parere nostro) ma alla fine sono la stessa pappa, nulla di incredibilmente bello nulla di estremamente brutto ! E tu quale hai acquistato alla fine ? Sei un Enderiano o un Alfawisiano ?
Ho comprato 300 ugelli – Quanti ne ho buttati ?
Tabella dei Contenuti Scarica STL della DIMA Scarica le 100 foto dei nozzle Introduzione Quando si tratta di scegliere il nozzle/ugello della stampante 3D, la prima scelta ricade ovviamente su quelle bellissime offerte di mille nozzle per una manciata di euro. Li trovate un po’ ovunque, su Aliexpress, Amazon, Ebay, Banggood, Gearbest e alla fine condividono tutti (bene o male…) la stessa qualità. Il senso di questo video non è tanto dimostrare che valgono quel che costano, piuttosto è cercare di trovare risposta a questa domanda: “Su 20 pz che acquisto, quanti se ne salvano ? ” Qui sotto trovi un bel po’ di foto realizzate sui vari nozzle acquistati (più di 300 di varie dimensioni, forme, materiali e fornitori). Per questioni di tempo ci siamo limitati ad acquisirne poco meno di un terzo e ci siamo fatti un’idea bella precisa. Forma non circolare e residui La prima cosa che salta all’occhio mettendoli a confronto tutti assieme, è la non circolarità del foro. Molti se la cavano e risultano quasi accettabili, ma molti altri hanno forme completamente sballate o addirittura decentrate. Se si possiede un alesatore è possibile provare a recuperare un minimo di circolarità. Attenzione anche ad eventuali residui di lavorazione (bave) esterni oppure limatura rimasta all’interno della camera di estrusione, più avanti spiegheremo cosa utilizzare per pulirli. Nozzle in ottone Nozzle in acciaio Diametro non costante o errato E’ una cosa che in pochi controllano anche perchè è difficile senza degli adeguati strumenti di misura. Fortunatamente esistono delle piccole astine calibrate di vario diametro, che ti permettono di capire al volo se almeno il diametro è corretto: che sia più stretto o più largo di quanto dichiarato dal produttore, diciamocelo, non è un grosso problema però l’importante è saperlo ! Se hai gli alesatori visti prima potresti anche pensare di allargare leggermente un foro più stretto (come si faceva con i getti dei carburatori), se si tratta solo di “bave” da lavorazione alle volte basta anche solamente l’astina calibrata (liscia). Attenzione quindi che su un lotto da 20 pz, molti avranno dei diametri NON corretti. Diametro non costante su lotto nozzle da 0.2 mm Dimensione della battuta variabile Dal precedente video che abbiamo fatto avrai capito che esistono mille tipi di nozzle con forme sempre più diverse tra di loro. Una cosa molto importante da individuare per una corretta calibrazione della Extrusion Width, è capire quanto larga è la nostra “battuta” attorno al nozzle. Ad occhio nudo è già possibile vedere la differenza tra un nozzle e l’altro, ma questa caratteristica ti permette di capire quanto ci possiamo spingere nell’allargare la nostra extrusion width. Capita sia su quelli “a punta” così come su quelli “piatti” clone E3D. Battuta variabile su nozzle da 0.6 mm in ottone Posso migliorarli in qualche modo ? Certamente, ma dovrai necessariamente attrezzarti con un ingranditore USB economico. Il Piraz ha utilizzato questo modello nel video, non è il massimo ma funziona bene per quello che deve fare. Per non diventare pazzo scarica anche questa nostra dima di posizionamento che ci ha permesso di rilevare i nozzle tutti alla stessa altezza e sempre perpendicolari alla camera: al suo interno trovi una molla con vite che permette di abbassare il piano di posizionamento del nozzle, e adattarlo a seconda delle varie tipologie. Se il problema è il diametro puoi tranquillamente utilizzare gli alesatori citati prima oppure le aste calibrate. Utilizza del lubrificante da taglio (anche WD40 va bene) nel caso il foro dovesse essere molto più piccolo del normale e pulisci bene i residui interni con dell’aria compressa e sgrassalo bene con uno sgrassante (anche acetone ma attento ai vapori e lascialo asciugare BENE). Un piccolo trucchetto che puoi utilizzare è prendere uno “stuzzicadenti”, collegarlo ad un minitrapano tipo Dremel e farlo girare all’interno del nozzle a velocità media. Oltre a pulirlo da eventuali residui di lavorazione, luciderai (nel caso dell’ottone non dell’acciaio) leggermente la cavità interna. Se non hai il trapanino puoi farlo anche a mano senza problemi. Esternamente, se senti con le dita dei rilievi in prossimità del foro, puoi utilizzare della pasta abrasiva finissima oppure del dentifricio (non è uno scherzo !). Presta MOLTA attenzione se utilizzi della carta vetrata, prendila di grana molto fine (possibilmente ad acqua) e poi passa sempre un minimo di pasta lucidante per lisciare il tutto. Sul fatto di smussare i bordi della battuta abbiamo letto in diversi casi di alcuni miglioramenti alle stampe ma per il momento non abbiamo ancora provato. Prima e dopo di uno 0.4 mm (alesatore) Prima e dopo di uno 0.4 mm (asta calibrata) Ma i nozzle che costano ? Il video è una comparativa tra nozzle economici che si prendono a peso. Ma se vuoi un piccolo paragone con i nozzle E3D originali, qui sotto trovi le foto di quelli in acciaio temprato e in ottone (entrambi da 0.4 mm). Sarebbe bello analizzare magari le differenze con quelli della stessa categoria (Brozzl, Triangle Lab, MicroSwiss ecc ecc) però per il momento ti possiamo dire… si vale la pena acquistarli, poi dopo esisterà sempre il nozzle sfigato del lotto di produzione ! E3D Acciaio ORIGINALE E3D Ottone ORIGINALE Conclusioni Non abbiamo di certo scoperto l’acqua calda ma sui nostri 300 nozzle acquistati possiamo dire che il 70% erano accettabili (da modificare leggermente), il 20% da buttare mentre solo il 10% erano davvero perfetti. Inutile dire che partire con un nozzle difettoso vi porterà a stampe con difetti che, molte volte, si provano a risolvere in mille modi e non ci si riesce. E’ un po’ come con il filamento, non ha senso spendere migliaia di euro in una stampante e poi ci si ritrova a stampare con filamenti di bassa qualità, umidi o con polimeri di dubbia provenienza. Non abbiamo un fornitore preferito da consigliarti perchè più lotti presi a distanza di tempo dallo stesso fornitore hanno portato a risultati completamente differenti. Questo significa che se una volta ti è andata bene quella dopo potrebbe essere meno qualitativa.
Come movimentare gli oggetti in Fusion 360
Corso Fusion 360 – Lezione 10 – Joint, As Built Joint, Link Motion, Contact set Una volta creati tutti i nostri componenti è bene anche capire come relazionarli tra di loro e come far muovere ogni singolo componente. In questa “breve” introduzione vi mostrerò qualche utilizzo di : JOINT AS BUILT JOINT LINK MOTION CONTACT SET LINK ARTICOLO: https://www.wikihow.com/Determine-Gear-Ratio Questo video fa parte di una serie di TRE video che vi porteranno a disegnare con tecniche TOP-DOWN e BOTTOM-UP. 🎥 Segui tutta la serie dei video qui : http://bit.ly/esegui-la-playlist 💥 PER VEDERE TUTTE LE PUNTATE IN ANTEPRIMA: http://bit.ly/corso-fusion-360 Vuoi sapere che mouse utilizzo per disegnare ? 🛒 Logitech M720 : https://amzn.to/2EutPDF 🛒 Space Mouse cablato : https://amzn.to/2Mb0kuO 🛒 Space Mouse Wireless : https://amzn.to/36Ou9ZT
Come inserire componenti in Fusion 360
Corso Fusion 360 – Lezione 9 – Derive, Inserire componenti, TopDown , BottomUp Spesso si sente parlare di progettazione TOP-DOWN oppure BOTTOM-UP. Cosa vuol dire in pratica ? Due veloci esempi ti chiariranno bene il concetto e imparerai come: Importare componenti in disegni per creare assiemi Utilizzare il comando DERIVE e INSERT DERIVE LINK TELAIO: https://grabcad.com/library/downhill-bike-2 LINK ARTICOLO: https://cadsetterout.com/inventor-tutorials/autodesk-inventor-assembly-techniques-for-woodworkers/ Questo video fa parte di una serie di TRE video che vi porteranno a disegnare con tecniche TOP-DOWN e BOTTOM-UP. 🎥 Segui tutta la serie dei video qui : http://bit.ly/esegui-la-playlist 💥 PER VEDERE TUTTE LE PUNTATE IN ANTEPRIMA: http://bit.ly/corso-fusion-360 Vuoi sapere che mouse utilizzo per disegnare ? 🛒 Logitech M720 : https://amzn.to/2EutPDF 🛒 Space Mouse cablato : https://amzn.to/2Mb0kuO 🛒 Space Mouse Wireless : https://amzn.to/36Ou9ZT
Assiemi – Componenti – Bodies in Fusion 360
Corso Fusion 360 – Lezione 8 – Assiemi, Componenti , Bodies Quando si tratta di creare oggetti più complessi e composti da più parti è NECESSARIO sapere come lavora Fusion 360, in particolare: Differenze tra bodies e componenti Creazione di assiemi e sottoassiemi LINK TELAIO: https://grabcad.com/library/downhill-bike-2 LINK ARTICOLO: https://cadsetterout.com/inventor-tutorials/autodesk-inventor-assembly-techniques-for-woodworkers/ Questo video fa parte di una serie di TRE video che vi porteranno a disegnare con tecniche TOP-DOWN e BOTTOM-UP. 🎥 Segui tutta la serie dei video qui : http://bit.ly/esegui-la-playlist 💥 PER VEDERE TUTTE LE PUNTATE IN ANTEPRIMA: http://bit.ly/corso-fusion-360 Vuoi sapere che mouse utilizzo per disegnare ? 🛒 Logitech M720 : https://amzn.to/2EutPDF 🛒 Space Mouse cablato : https://amzn.to/2Mb0kuO 🛒 Space Mouse Wireless : https://amzn.to/36Ou9ZT